Elly Schlein non pervenuta a Ventotene. Al confino non c’era nemmeno l’ambientalista Angelo Bonelli, così come il sodale super anti-fascista Nicola Fratoianni. Bonelli comunque non ha perso l’occasione di dire la sua: «È urgente costruire un’alternativa politica forte e credibile a questa destra. Il Paese sprofonda nella crisi sociale, la destra tenta di riscrivere la storia per nascondere le proprie responsabilità.
Dobbiamo trovare punti di convergenza per un progetto politico: l’Italia non può più aspettare». Assente anche Riccardo Magi, il capo di +Europa che in cambio ha mandato una sparuta delegazione: «Davanti a chi infanga il Manifesto di Ventotene e rinnega che l’Unione Europea è il più grande spazio di pace», ha affermato Magi, «di fronte a chi vuole diventare suddito degli Usa o della Russia di Putin è importante ribadire che l’Ue è il nostro presente e il nostro futuro. Che l’Italia», ha informato Magi, «sarebbe una zatterina dispersa nell’Atlantico, senza questo Manifesto».
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Sindaco, come se la passa al confino di Ventotene? «Benissimo. Da marzo a ottobre poi è una meraviglia&raq...Passiamo a chi a Ventotene c’era, e si fa presto a darne conto dato che erano in pochi. Partiamo da Nicola Zingaretti, europarlamentare dem: «Quando Altiero Spinelli viene dileggiato è giusto che si dica “Noi siamo qui perché non dimentichiamo quello che ha fatto per la libertà di tutti noi. Gli attacchi della presidente del Consiglio mi sono spiaciuti», è andato avanti, «perché Spinelli è un patrimonio italiano. Meloni si definisce patriota ma tace di fronte al massacro delle aziende italiane per colpa di Trump che mette i dazi».
Gli ha replicato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia all’europarlamento: «La gita del Pd e di una parte della sinistra sulla tomba di Spinelli si fonda sull’ennesima mistificazione. Giorgia Meloni», ha tuonato Fidanza, «nutre il più profondo rispetto per la vicenda umana di Spinelli. Si è limitata a dichiarare la sua evidente distanza da alcuni contenuti antidemocratici e illiberali di quel Manifesto, senza mai pronunciare», ha sottolineato Fidanza, «parole “volte a distruggere le persone”, come invece sostiene strumentalmente il collega Zingaretti».
Tocca all’ex ministro del Pd Giuseppe Provenzano: «Se oggi abbiamo la libertà anche di dire le stupidaggini che ha detto la premier è grazie a quelli che a Ventotene venivano confinati, e non ai fascisti che li tenevano al confino». È il turno del renziano Luciano Nobili (ex deputato e ora consigliere laziale di Iv), particolarmente accalorato di fronte al municipio di Ventotene, in una piazza quasi deserta: «Il Manifesto di Ventotene è tutt’oggi valido perché noi crediamo negli Stati Uniti d’Europa».
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"Abbattuto l'ultimo muro". Sui social Fratelli d'Italia celebra il caso Ventotene con un post che fa i...Pure i 5Stelle hanno disertato l’isola: «Appellarsi a Ventotene non basta», ha dichiarato Giuseppe Conte. «Bisogna combattere sul terreno, concretamente». Ha scatenato la reazione dell’ex ministro dem Marianna Madia: «Non basta fare come Conte. È il momento delle scelte».