Ingabbiata nel suo solito schema, abituata a leggere ogni evento come parte dell’eterna lotta di liberazione (fascismo contro antifascismo, diritti degli omosessuali contro repressione), gran parte della sinistra è riuscita a non capire nulla nemmeno della sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’esclusione delle persone singole dall’adozione internazionale dei minori. Una norma, peraltro, che era in vigore dal 1983, e che nessun governo di centrosinistra (Prodi I, D’Alema I e II, Amato II, Prodi II, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte II) aveva provveduto a cambiare: quando si dice la priorità.
Così il Pd, per bocca del suo “responsabile Diritti”, Alessandro Zan, chiede a Giorgia Meloni e al governo di riconoscere «una volta per tutte che ciò che conta è l’amore, non lo stato civile». Per Laura Boldrini la sentenza «smonta quella propaganda della destra di governo secondo cui solo la famiglia composta da un uomo e una donna può dirsi tale». Sono gli stessi del Pd che spingono per consentire ai single la fecondazione eterologa, che già ha fatto crollare le adozioni da parte delle coppie: piaccia o no, chi può avere un figlio mediante procedimento artificiale non sente l’esigenza di adottarne uno.
La sentenza della Corte Costituzionale non merita questa manipolazione ideologica da parte della sinistra: non apre le porte al riconoscimento delle coppie omosessuali, che non c’entrano nulla, e tantomeno cancella il principio (costituzionale) per cui la famiglia è «società naturale fondata sul matrimonio». Per capirlo basta leggere la pronuncia, cosa che pochi sembrano aver fatto.
Consulta, "anche i single possono adottare bambini all'estero": ecco la sentenza, cosa cambia
Illegittimo impedire ai single di adottare bambini provenienti dall'estero: lo ha deciso la Corte Costituzionale, ch...Intanto, e di questi tempi non è banale, ribadisce che il diritto da tutelare è quello «del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso», e nega – ancora una volta – che esista «un “diritto alla genitorialità”» da parte di chi aspira all’adozione. Messaggio che quelli convinti di avere «diritto» a un figlio tramite maternità surrogata dovrebbero recepire.
I giudici leggi ribadiscono anche che è giustificabile «una indicazione di preferenza per l’adozione da parte di una coppia di coniugi». Le due situazioni, insomma, non sono sullo stesso piano: resta valida l’esigenza, fissata da una sentenza del 1986, di assicurare all’adottato «la presenza, sotto il profilo affettivo ed educativo, di entrambe le figure dei genitori», ma è ingiusto – innanzitutto perché lede l’interesse del minore, il quale non sempre ha un’alternativa – che questa esigenza si traduca in un divieto di adozione da parte dei single.
Tanto più che già oggi, ricorda la Corte, le persone singole possono adottare bambini. Succede se, durante l’affidamento preadottivo, uno dei due coniugi muore o diviene incapace, oppure la coppia affidataria si separa. In tali circostanze il procedimento può proseguire e tradursi in un’adozione piena, e questo, «nella sostanza, implica l’inserimento del minore in un nucleo monoparentale». Discorso simile per l’adozione dei minori che richiedono un impegno molto elevato, come quelli affetti da disabilità che siano orfani di padre e madre: con loro, per motivi che è facile capire, la legge consente l’adozione da parte dei non coniugati. Ha senso vietarla negli altri casi, quelli più semplici?
Anche perché il numero delle domande di adozione internazionale sta crollando. Dalle quasi settemila presentate nel 2007 si è scesi a cinquecento nel 2024. L’adozione da parte del singolo può non essere la soluzione ottimale, e infatti resta legittima la preferenza per le coppie. Ma che per il minore sia meglio essere adottato da un single ritenuto idoneo dal giudice che restare senza famiglia lo dice il buon senso, prima ancora che il diritto costituzionale.