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Il Pd sbarca a Ventotene, brutta sorpresa: chi non ci è andato

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Brutta sorpresa per Nicola Zingaretti, Beppe Provenzano, Roberto Morassut e tutta la comitiva del Pd sbarcata da poco a Ventotene. Davanti alla tomba di Altiero Spinelli, per celebrare il suo Manifesto europeista del 1941 e contestualmente poter dare pure della fascista, anti-democratica e anti-Ue alla premier Giorgia Meloni dopo la bagarre in aula alla Camera di mercoledì, non hanno trovano molti alleati. 

Hanno infatti preferito disertare l'appuntamento (e la foto-opportunity) sull'isola pontina gli esponenti del Movimento 5 Stelle e Carlo Calenda, leader di Azione. Insomma, il "campo largo" non supera la prova del traghetto: presenti solo il Pd del Lazio, Italia Viva e +Europa.

Morassut, organizzatore dell'operazione, ha parlato di una "iniziativa nata da forze politiche regionali, laziali, ci saranno rappresentanze del territorio, a me pare che su questo ci sia larghissima unità. Si cercano sempre divisioni, non su Ventotene, non sulla risposta alla indegna strumentalizzazione della Meloni". Una difesa d'ufficio che sapeva già di mani avanti, come confermato dai fatti.

"La retorica in Italia serve spesso a fuggire dalle responsabilità", scrive su X Calenda, sempre molto critico. "Oggi l’atto più europeista che si può compiere è costruire una Nato europea. Per farlo occorre anche spendere più in difesa. Questo è il crinale dell’Europeismo. Rileggere De Gasperi insieme a Spinelli", conclude il leader centrista. I 5 Stelle invece hanno preferito continuare il loro tour nelle realtà italiane più colpite dalla crisi economica. Di fronte al disfacimento dell'alleanza, Zingaretti ha provato a glissare: "Se ognuno facesse i propri compiti, raccogliesse il proprio consenso, per poi colpire uniti, io penso che sarebbe una cosa positiva". 

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