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Roberto Benigni, la figuraccia dopo la lezioncina: ecco cosa non torna sul suo discorso su Rai 1

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Roberto Benigni nel suo Il Sogno, lo spettacolo andato in onda mercoledì 19 marzo su Rai Uno, ha impartito una lezioncina a milioni di italiani sull'Europa. Una sorta di lectio che ha avuto la presunzione di spiegarci passo passo la storia dell'Unione Europea ma anche di esaltare il Manifesto di Ventotene che di fatto è diventato un punto di scontro tra la maggioranza e l'opposizione in queste ore. Ma veniamo al grande scivolone su cui è incappato il professor Benigni.

Nella prima parte del suo monologo ci ha voluto spiegare da differenza tra patriottismo e nazionalismo. Da un lato lui si definisce "patriota", cioè colui che ama il suo Paese, ma non ama definirsi nazionalista, anzi lo odia proprio questo termine: "Fuggite quando qualcuno dice siamo il Paese migliore del mondo, il filo spinato della guerra è lì a due metri. Non capisco perché quando qualcuno dice 'sono il migliore al mondo, sono il più bravo di tutti, lo prendiamo per ridicolo ma quando lo stesso dice 'noi siamo i migliori del mondo, i più bravi' non solo viene esaltato ma viene anche votato".

 

 

Insomma mai esaltare il proprio Paese sugli altri: si rischia di essere nazionalisti. Ma è sul finale del suo discorso che va a capo sotto: "Con una un ione di Stati europei, con uno Stato federato europeo avremmo l'esercito migliore, il più forte di tutti, ma anche la cultura e il sapere, migliori di tutti". Ma non aveva appena detto di non esaltarsi sugli altri? È un nazionalista europeo? Come direbbe qualcuno: ma ci faccia il piacere...

 

 

 

 

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