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Manifestazione pro-Ue, pagato anche il soggiorno agli ospiti "vip". E Michele Serra se ne lava le mani

Fabio Rubini
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I vip rossi pro Europa intervenuti alla manifestazione di sabato scorso a Roma, erano talmente convinti dell’importanza di partecipare che non si sarebbero nemmeno pagati il biglietto del treno e la stanza d’albergo. Ci ha pensato il Comune di Roma. Tra le tante spese sostenute dal Campidoglio questa è quella che colpisce di più. Per carità, si tratta di “appena” 1.822,37 euro, ma la spesa è indicativa dell’ipocrisia circolata attorno alla piazza pensata da Michele Serra, spinta da Repubblica... e pagata dai cittadini romani. Ipocrisia, sì. Perché in piazza a manifestare per l’Europa o per quello che si vuole ci si va a spese proprie e non della collettività. E invece la realtà che giorno dopo giorno sta emergendo è assai diversa. Come tutte le amministrazioni pubbliche, anche quella di Roma Capitale deve rendicontare tutto. È stato così che i consiglieri leghisti romani si sono accorti del fatto che la “Piazza per l’Europa” l’hanno pagata i cittadini tramite la società pubblica Ze’tema. Guardando sul portale della società si sono così scoperte spese per oltre 200mila euro.

Oltre a quelle già citate per trasporto e alloggio degli ospiti, i romani hanno pagato 126mila euro per il contratto di fornitura dei servizi di noleggio, trasporto, facchinaggio, montaggio e assistenza tecnica degli allestimenti. Poi c’è il contratto da 104.700 euro per il servizio di noleggio, trasporto, facchinaggio, montaggio e assistenza tecnica degli impianti audio/video e regia. Nel contratto di fornitura sono compresi l’impianto audio a copertura della piazza, luci e schermi a led, regia televisiva inclusa di telecamere ed operatori video. Roma Capitale si è fatta carico anche delle spese per il servizio di presidio sanitario: 4.740 euro per quattro ambulanze con medico soccorritore a bordo e 8 soccorritori. E ancora 355 euro per la fornitura di luce e addirittura 600 euro per comperare i cordini per appendere i badge dei partecipanti. E non è finita qui.

Ad allungare la lista delle spese ci pensa il capogruppo della Lega al Campidoglio Fabrizio Santori: «Oltre alle spese ufficiali mancano all’appello i costi per gli straordinari della Polizia locale, la pulizia straordinaria dell’Ama, l’occupazione di suolo pubblico non versata e il costo delle transenne. Tutte spese che potrebbero far lievitare il conto ben oltre i 270mila euro ipotizzati inizialmente». Per Santori «Si tratta di un comizio politico mascherato, pagato coi soldi dei cittadini romani». Tanto che la deputata del Carroccio Simonetta Matone - così come il collega di Fratelli d’Italia, Francesco Filini ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare, che andrà ad aggiungersi all’esposto della Lega presentato alla Corte dei Conti. A quello della Lega si aggiungerà anche quello annunciato ieri dal forzista Maurizio Gasparri: «Il Comune di Roma come giustifica quanto accaduto? La sinistra ha scritto una pagina brutta della sua storia, andando contro ogni principio che a parole dice di voler rappresentare».

 

 

Intanto il fronte pro-Gualtieri inizia a sgretolarsi. Il primo che, in un certo senso, ne prende le distanze è il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi (sindaco di Napoli, pure lui del Pd), che tramite il suo staff fa sapere che «Anci non ha dato alcun contributo alla manifestazione» e che «tutti i sindaci intervenuti lo hanno fatto a titolo personale». Una frase che stride con la giustificazione data da Gualtieri di una manifestazione «istituzionale e non politica, promossa dai sindaci di diversi schieramenti». Anche Michele Serra, il “papà” della piazza prova a smarcarsi: «Mi sono occupato della scaletta e non dell’organizzazione. Tanti sindaci e tanti Comuni, in particolare quello di Roma, mi hanno detto “bella idea, organizziamo noi” e basta». Poi Serra esonda: «Suggerisco a chi fa polemiche di fare il conto di quanto costerebbe avere sullo stesso palco le persone che sono state a Roma il 15 di marzo». Parole che fanno infuriare Salvini: «Sono affermazioni sconcertanti. Diffidiamo i sindaci per il 5 aprile. Nessuna manifestazione di sinistra può essere pagata coi soldi dei cittadini».

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