Si è pentita di averlo ammesso in diretta, Rosy Bindi, ma non certo di averlo fatto. Intervistata a Un giorno da pecora su Rai Radio 1, l'ex presidente del Pd, ex ministra ed ex parlamentare torna sulla questione Tesla. Qualche giorno fa, nel pieno dello "scandalo" Elisabetta Piccolotti, aveva rivelato di aver deciso di vendere delle azioni del gruppo di automobili elettriche fondato da Elon Musk dopo aver scoperto di averle "in pancia". Un investimento "politicamente scomodo", per usare le parole della stessa Piccolotti che una Tesla non ce l'ha in banca, ma nel garage.
"Mi hanno criticata per aver detto di aver venduto le mie azioni Tesla? Sono stata una grulla a dirlo ma io non ci trovo nulla di strano. Se dentro un fondo ci sono queste azioni e io non ne ero a conoscenza, quando lo scopro le vendo e ci rimetto". Ma la coscienza è pulita, o almeno così può rivendersela. "A questo punto – ha aggiunto Bindi – voglio mettermi in sicurezza e andare in una banca dove mi assicurino che non fanno un certo tipo di investimento".
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L’autogol politico più grossolano degli ultimi tempi porta la firma di “Alleanza, Verdi e Sinistra&rd...Al programma di Rai Radio 1, Bindi ha anche confessato altri dettagli della sua vita, più privati. "Ho scelto di abitare in un paesino di 2mila abitanti, dove ho anche un piccolo orto e dove ci conosciamo tutti e dove tutti, anche quando ero ministra, mi hanno sempre chiamato solo ‘la Rosi’”. Da piccola sognava di diventare prete: "Diciamo che tra i miei giochi dell’epoca c’era anche da dire la messa. D’altra parte meglio dire messa che giocare a fare la guerra, no?".