
Meloni alla Camera, "lotta nel fango, io sto con l'Italia": come spiana Pd e M5s

"L'Ue deve occuparsi meglio di meno cose, si deve applicare il principio di sussidiarietà, penso che la volontà di regolamentare tutto abbia impedito di occuparci delle questioni fondamentali": la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha detto in aula, in sede di replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. Sul piano della politica interna, invece, ha ribadito l'importanza di alcune riforme da attuare: "Credo la priorità sia stabilizzare il sistema politico italiano, che è quello che fa la proposta sul premierato. Credo sia un elemento molto legato al fattore economico. In molti mi hanno detto che non è semplice investire in Italia per mancanza di interlocutori stabili".
Sull'euro digitale, invece, ha ribadito: "Abbiamo sempre spiegato che il problema dell'attuale moneta elettronica è che è una moneta privata per la quale si chiede di pagare una corresponsione. Questo comporta che quando si fanno pagamenti digitali, una parte viene drenata, anche se piccola. Questi sono i limiti che abbiamo sempre riconosciuto sulla moneta digitale. Il tema di un euro digitale risolverebbe la questione e quindi non siamo contrari, ma purché non sia sostitutivo alla moneta contante".
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Passando invece al piano di riarmo dell'Europa, Meloni ha spiegato: "Oggi non possiamo non porre il problema che il piano della commissione Ue si basa sul debito nazionale degli Stati. Per questo stiamo facendo altre proposte. La priorità dovrebbe essere quella di coinvolgere gli investimenti privati, servono garanzie europee. Cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile, la posizione è chiara".
Spazio anche al tema dell'immigrazione e dei centri in Albania: "Conosciamo le ragioni per le quali il protocollo è per ora fermo: le posizioni dell'opposizione e alcune sentenze nell'Europa di oggi sono in minoranza, la maggioranza dei paesi membri e la Commissione alla Corte di Giustizia hanno sostenuto il governo italiano. La realtà è che nella proposta sui rimpatri si parla di aprire centri in Paesi terzi, e questo non sarebbe accaduto se l'Italia non avesse avuto il coraggio di aprire i centri in Albania". Riferendosi a una recente sentenza sul risarcimento dei migranti, la presidente del Consiglio ha lanciato una stoccata alle toghe: "Quando entri illegalmente già non le hai rispettate le nostre regole. E difficilmente possiamo spiegare a queste persone che entrano illegalmente in Italia che vogliamo che vengano rispettate le nostre regole quando addirittura siamo chiamati a risarcire chi entra illegalmente in Italia".
Meloni poi ha ribadito ancora una volta il pieno e convinto sostegno dell'Italia e del suo partito all'Ucraina nella guerra contro la Russia: "Non sono stata un oppositore facile ma rimane alla storia che quando c'è stata l'invasione russa dell'Ucraina la prima cosa che ho fatto è stata chiamare l'allora presidente del Consiglio Mario Draghi per assicurare il sostegno di Fratelli d'Italia. E Mario Draghi potè andare al Consiglio europeo con una posizione chiara dell'Italia grazie alla risoluzione che aveva presentato Fratelli d'Italia, c'era stata molta difficoltà per la maggioranza a mettere insieme le posizioni". Inoltre, ha commentato la telefonata tra il presidente americano Donald Trump e l'omologo russo Vladimir Putin: "C'è l'ipotesi di un cessate il fuoco parziale. Si tratterebbe di un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte, noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte per porre le condizioni per garantire una pace giusta e duratura. Non vedremo le scene di debolezza che abbiamo visto in Afghanistan, la partita si gioca sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina".
Riferendosi alla proposta italiana di estendere l'articolo 5 della Nato anche all'Ucraina, la presidente del Consiglio ha sottolineato: "Sembra sia la proposta più semplice ed efficace delle altre anche perché aiuterebbe a svelare eventuale bluff di Putin: se la Russia non ha in mente di invadere nuovamente i vicini non si capisce perché non dovrebbe accettare garanzie di sicurezza".
Sui dazi annunciati da Trump, invece, ha ammesso: "Non c'è dubbio che siano un problema. Il tema che cerco di porre è quale sia la reazione migliore. Abbiamo un surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti nei beni e gli Stati Uniti hanno un surplus per quanto riguarda i servizi". Secondo lei, una risposta dei dazi dell'Europa "potrebbe crearci più problemi, produrrebbe una spinta inflattiva. Dico che bisogna fare attenzione a non trovare soluzioni penalizzanti".
Al termine del suo intervento, Meloni si è rivolta al Movimento 5 Stelle: "Avrei ascoltato volentieri delle proposte da parte del M5s, anche questa volta ho ascoltato soprattutto improperi, insulti, mi dispiace per voi. Capisco perché quando eravate al governo avevate dei problemi. Non ho tempo per la vostra lotta nel fango, gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste tra le posizioni che tenete dall'opposizione e quelle che avevate quando eravate al governo". Parole che le sono valse un lungo applauso dai banchi del centrodestra. Una stoccata, poi, anche al Pd: "Ho annunciato che l'Italia non intende togliere un solo euro ai fondi di coesione. Su questo si può votare insieme. Mi chiedete se sto con l'Ue o con gli Stati Uniti. Io sto con l'Italia, sto con l'Italia e con l'Europa ma sono anche per la compattezza per l'Occidente". Infine, rivolgendosi alla leader dem Elly Schlein: "Volete andare via dalla Nato?".
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