
Gaza, riprendere gli scontri? Scelta obbligata, ma la sinistra non capisce

Quell’ammucchiata progressista che qualcuno con eccesso di ottimismo aveva battezzato “campo largo”, insieme a giornaloni e intellettualini di complemento, è ormai specializzata nell’arte dell’abbaglio storico. Proprio nel senso di incomprensione radicale della Storia mentre si dispiega. Come sul carrozzone europeo, come sulle sparigliate trumpiane, così su Gaza: lorsignori riescono a equivocare, e non di rado capovolgere, il senso degli eventi in diretta con ferrea sistematicità.
La Striscia, poi, è l’incubatore delle loro ossessioni, il luogo dove si condensa e si compie tutta la loro retorica manichea e anti-occidentale. Se poi l’occidentale ha il doppio torto di essere ebreo, dichiarazioni e comunicati sono già scritti prima di essere pensati. Via libera allora al copia&incolla collettivo su questo dannato Stato d’Israele che ha osato riprendere l’offensiva bellica contro quel club di gentiluomini noto come Hamas, che prevede nel proprio illuminato statuto la sparizione dello Stato medesimo. Su questo tema rivelatore, peraltro, evaporano tutte le distinzioni tra massimalisti e riformisti, populisti ed europeisti, terzopolisti falliti ed estremisti inguaribili (...)
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