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Meloni, "Conte prese l'impegno sul 2% del Pil in difesa per compiacere qualcuno?", M5s travolto

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"Se il M5s ci dice che è un partito antimilitarista, contrario alla difesa e all'acquisto delle armi, e che Guido Crosetto è un guerrafondaio, io rispetto questa posizione. Ma non ho capito. Quando l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte in più di un'occasione ha sottoscritto l'impegno ad arrivare al 2% del Pil in difesa nel 2020/2021, e al tempo significava circa 15 miliardi di euro, perché lo ha fatto se non era d'accordo?": Giorgia Meloni lo ha detto in aula al Senato, in sede di replica dopo la discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "Io sono d'accordo che l'Italia debba rafforzare la difesa e assumersi gli impegni internazionali. Ma se voi non eravate d'accordo, lo avete fatto per compiacere qualcuno?", ha continuato la premier rispondendo all'accusa di essere bellicista. 

In ogni caso, ha precisato che "l'annuncio della Commissione Ue sullo stanziamento di 800 miliardi per la difesa è molto roboante rispetto alla realtà e alla natura di quello che viene proposto". E ancora: "Noi non stiamo parlando, come ho raccontato questa mattina, di nuove risorse dell'Unione europea" o "di soldi che vengono tolti dagli altri bilanci. Noi parliamo di una cosa completamente diversa. Parliamo della ipotetica possibilità che gli Stati nazionali possano fare maggiore deficit".

 

 

 

La presidente del Consiglio, poi, ha rivendicato con orgoglio: "Sono una patriota e metterò questa nazione in sicurezza, perché, come dice la Costituzione, difendere la patria è un sacro dovere di ogni cittadino". Sulla questione dazi, invece, ha detto che "ci sono i margini per trovare una quadratura. Ma dobbiamo fare attenzione a non avere un riflesso automatico per il quale colpiamo più noi stessi di quanto non rispondiamo alle iniziative degli altri. E' una materia molto complessa, bisogna ragionare in maniera estremamente pragmatica e non rispondere per istinto". Infine, al termine della replica, tutti i senatori della maggioranza si sono alzati in piedi e hanno tributato a Meloni un lungo e caloroso applauso. I parlamentari dell'opposizione, invece, sono rimasti seduti. 

 

 

 

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