Il dilemma, quando ci sono manifestazioni come quella di oggi, è sempre lo stesso: misi nota di più se ci vado o se resto a casa? A guardare l’elenco delle personalità che saranno a Roma sembra vincere la prima opzione. Quindi partiamo da chi, invece, ha declinato l’invito. Il nome più pesante è quello di Romano Prodi, che si è giustificato col più classico dei: «Avevo un impegno preso in precedenza... altrimenti ci sarei andato».
Stessa scusa accampata dall’ex segretario della “Ditta”, Pier Luigi Bersani. Marcheranno visita anche l’Arci e l’Arcigay perché «in piazza ci sarà solo il colore blu dell’Europa». Urge armocromista. L’Anpi ci sarà a metà.
La dirigenza nazionale ha aderito, ma per evitare spaccature interne, ha lasciato libertà di coscienza alle sezioni locali. E così quella di Roma ha deciso che se ne starà a casa. E in piazza non ci andrà neppure un altro “brand” della sinistra: Emergency perché «non è chiaro se si manifesta perla Ue del riarmo o per quella dei diritti». “Noi non ci saremo” è anche il titolo di una lettera-manifesto firmata da circa duecento intellettuali capitanati dallo scrittore Marco Bersani, nella quale si spiega che non si può manifestare a favore di un’Europa che spende 800 miliardi per comperare armi.
Saranno in piazza, invece, un sacco di comici, attori, scrittori e intellettuali. Almeno 40 di loro saliranno sul palco- che invece sarà interdetto ai politici, forse per paura che facciano più ridere dei comici veri -. Tra questi ci saranno Luciana Littizzetto, Claudio Bisio e Luca Bizzarri (quello del duo Luca e Paolo). E ancora i sindaci come quello di Roma Roberto Gualtieri, quello di Napoli Gaetano Manfredi e ancora quello di Verona Damiano Tommasi e addirittura quello di Barcellona Jaume Collboni. Per il mondo della cultura manifesteranno per l’Europa Jovanotti (in video), Antonio Albanese, Giancarlo Carofiglio, Corrado Augias, Claudio Amendola, Roberto Vecchioni e sempre in video tre senatori a vita: Renzo Piano, Elena Cattaneo e Liliana Segre.
Anche il mondo dell’associazionismo che vita a sinistra è piuttosto ben rappresentato: ci saranno Alessia Crocini (Presidente Famiglie Arcobaleno), Alice Manoni (segreteria organizzativa del coordinamento nazionale giovani delle ACLI), Andrea Riccardi (storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio), Francesco Sansone (Parma Capitale Europeo Giovani 2027). E ancora il giornalista Corrado Formigli e il giurista Gustavo Zagrebelsky. Anche se non saliranno sul palco i politici saranno comunque in piazza. Con la sola eccezione di Giuseppe Conte i leader del cosiddetto “campo largo” ci saranno tutti da Elly Schlein a Carlo Calenda, da Matteo Renzi al duo di Avs Bonelli-Fratoianni.
Anche ieri, nel presentare in Campidoglio, il parterre dei partecipanti, l’ideatore della manifestazione “Una piazza per l’Europa”, Michele Serra ha provato a spiegare che «il mio appello è per i cittadini, uno ad uno: che sia l’imperatore del mondo o un uomo qualunque, chi verrà verrà è un cittadino». Poi ha precisato che «la manifestazione non ha una piattaforma politica, è per sua natura molto indeterminata e neutrale: gli europei ci sono, vorrebbero che ci fosse anche più Europa e questa sarà l’occasione buona per dirlo».
Manifestazione apolitica, sì, ma fino a un certo punto, perché se è vero che si tratta di «aggregare una grande polis di persone tra loro anche molto diverse», lo è altrettanto che chi scenderà in piazza sarà accomunato, spiega Serra, «dalla necessità di riaffermare un’idea di Europa e di difendere valori e diritti che oggi appaiono, anzi sono, a rischio, se è vero che i primi due atti da presidente di Trump sono stati l’amnistia per i protagonisti dell’assalto a Capitol Hill e dichiarare illegali le politiche di inclusione». E a chi gli ha chiesto se da questa piazza potrà nascere un nuovo soggetto politico, Serra risponde lapidario: «Cosa farò dopo la manifestazione? Sparirò...».