
Elisabetta Piccolotti: "Cosa mi ha regalato mia sorella da mettere sulla Tesla", gelo in radio

Il caso Tesla sbarca anche a Un giorno da pecora, su Radio Rai 1, con la protagonista Elisabetta Piccolotti che risponde all'accusa di "fighettismo" lanciata contro di lei da Massimo Gramellini in un affilatissimo corsivo sul Corriere della Sera.
Mercoledì il Foglio sgancia la bomba: la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, moglie del collega Nicola Fratoianni, insomma la coppia d'oro della sinistra-sinistra italiana, possiede una Tesla. Roba da 47mila euro "ma in leasing" si difende lei. E finita di pagare, la venderà per liberarsi dal "peso politico" di avere nel garage l'auto elettrica di Elon Musk. D'altronde, ha sottolineato l'onorevole, l'aveva comprata prima che il fondatore "diventasse nazista".
"L'accusa di essere una fighetta, del fighettismo di sinistra, non mi sembra proprio completamente adeguata alla mia storia, il posto da dove vengo, alle mie relazioni sociali", si difende oggi invece la Piccolotti dalle parole di Gramellini.
"L'ho chiamato - ha detto Piccolotti -. Gli ho chiesto quale macchina devo comprare, quale sia il barometro del fighettismo. Se diamo per scontato che le auto elettriche sono fighette, che averla sia da fighetti, stiamo dicendo che la transizione ecologica non riguarda i diritti delle prossime generazioni, invece li riguarda eccome".
"Non ho detto che la macchina - costa poco, ha poi ribadito in evidente imbarazzo -, ho detto che costa meno delle altre con le stesse caratteristiche, 47mila euro non è poco". Sull'auto ha messo un adesivo: "Me lo ha regalato mia sorella per il mio compleanno, c'è scritto: 'Ho comprato questa Tesla prima che Musk diventasse pazzo'. E' un adesivo che in America tutti gli americani, devastati dalle posizioni di Musk, stanno mettendo sulle Tesla".
Parlando delle polemiche di questi giorni, "quella su Fratoianni" suo marito, segretario di Sinistra italiana, "che avrebbe preso le distanze dicendo 'chiamate mia moglie' è penosa. Lo ha fatto perché sa che se avesse risposto al posto mio gli avrei detto: non si fa così, rispondo io". E poi: "Non ho ancora lasciato X - ha spiegato - ma non lo sto granché usando. Ci sto riflettendo perché se lasciamo tutte le piattaforme, sostanzialmente lasciamo campo libero alla disinformazione e alle fake news. E' una scelta che va fatta ponderando questo effetto. X è il centro globale della propaganda e della disinformazione".
Tuttavia, in tutta questa folle e spassosa vicenda, c'è qualcosa, anzi qualcuno che l'ha fatta ridere: "Il meme di Osho, dove dico: dobbiamo ricordarci di cambiare l'olio di ricino alla Tesla".
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