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Luigi Zanda balla sul "cadavere" del Pd: "Cosa avrei votato io"

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Luigi Zanda manda un chiaro messaggio al Pd. A Otto e Mezzo, nella puntata di mercoledì 12 marzo, l'ex senatore dem dice la sua. Al centro il voto sul piano europeo, tra cui il riarmo. "Il Partito democratico deve occuparsi in modo serio e importante di politica internazionale; un partito che non trova una linea quanto più unitaria possibile sulla politica estera rischia l'irrilevanza". Da qui la stoccata a Elly Schlein: "La segretaria ha la responsabilità della linea politica del partito e di cercare una condivisione".

Nello studio di La7, di fronte a Lilli Gruber, Zanda spiega che "a Strasburgo avrei votato a favore del piano per cercare anche unità con i socialisti europei. Il Pd è rimasto isolato e non ha ascoltato quelle che potevano essere le ragioni di un socialista come Sanchez". E ancora: "Per il Pd mi auguro un congresso straordinario perché ha un valore politico chiaro che si conclude con un voto. Non metto in discussione la segretaria Schlein, che è stata eletta regolarmente, ma piuttosto non mi sembra che sia ancora giunto il momento che si possa presentare come candidata presidente del Consiglio. Lo vediamo a cominciare dalla politica estera: isolare il Pd dai socialisti europei è un conto, ma rischiare di isolare l'Italia è un altro. Come primo obiettivo a riguardo bisogna mettere l'Europa federale, altrimenti non potremo mai avere una politica estera e una difesa comuni. Sono stato vent'anni in Parlamento e faccio fatica a ricordare una volta in cui non ho votato per astenermi".

 

 

Poi la conclusione che lascia pensare a un futuro, quello della dem, non così roseo: "Schlein come segretaria durerà quattro anni, fino alla fine del suo mandato. Ma c'è una coincidenza alla quale bisogna pensare con molto anticipo, perché nel 2027 ci saranno anche le elezioni politiche. Fare prima un congresso è necessario, ma lo deciderà la segretaria". 

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