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Sfiducia, Santanchè all'attacco in aula: "Ergastolo mediatico. Mani sporche di sangue? Vi ricordo chi siede tra noi"

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Daniela Santanchè risponde alle opposizioni che hanno presentato la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Prima del voto finale, il ministro del Turismo ha ricordato di trovarsi "a rispondere per la seconda volta a una mozione di sfiducia anche se questa ha per oggetto fatti, tutti da verificare, che sono antecedenti al mio giuramento da ministro". In ogni caso "desidero affrontare con la massima trasparenza le questioni sollevate, ribadendo il mio impegno verso le istituzioni, il mio giuramento prestato nelle mani del Presidente della Repubblica il 22 ottobre 2022, il rispetto per la magistratura ma anche dei principi fondamentali del nostro ordinamento". Al centro il caso Visibilia per il quale l'esponente di Fratelli d'Italia è stata rinviata al giudizio con l'accusa di falso in bilancio, mentre si attende l'esito delle indagini per la presunta truffa all'Inps. Su questo Santanchè precisa: "Non intendo scappare, intendo difendermi nel processo e lo farò in ogni sede giudiziaria".

Accanto a lei, in aula alla Camera, dieci ministri: ci sono il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, il ministro della Salute Orazio Schillaci, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, il ministro per l'Istruzione Giuseppe Valditara, il ministro dello Sport Andrea Abodi, il ministro per la Cultura Alessandro Giuli e il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti

"Non mi sento sola, anzi, ringrazio i tanti colleghi che sono oggi qua al mio fianco - commenta -. Non è un ringraziamento dovuto, è un ringraziamento sentito. Non mi sento sola neanche nell'Italia, perché nella battaglia per il garantismo e per lo stato di diritto credo che ci sia la maggioranza degli italiani". Proprio in merito allo stato di diritto, il ministro ricorda che "la nostra costituzione sancisce all'articolo 27, un articolo fondamentale, la presunzione di innocenza. L'imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva".

Ecco allora che Santanchè entra nel dettaglio delle accuse a lei rivolte: "Per quanto riguarda il fascicolo per le false comunicazioni societarie, è bene premettere che non mi vengono contestate falsità di natura materiale, ma esclusivamente delle poste che sono state oggetto di valutazione perché, come sapete, la società è una società quotata in borsa. Le valutazioni che oggi la Procura della Repubblica di Milano ritiene eccessivamente ottimistiche sono sempre state supportate da apposite verifiche effettuate da terzi indipendenti e sono sempre state avallate sia dal collegio sindacale che dalla società di revisione". E ancora: "La medesima Procura della Repubblica di Milano nell'ambito di un diverso procedimento, analizzando proprio le stesse voci, era giunta a conclusioni diametralmente opposte sostenendo che quelle valutazioni che oggi sono ritenute eccessivamente ottimistiche fossero in realtà del tutto ragionevoli". Con riferimento al cosiddetto fascicolo per la cassa integrazione Covid, invece, "il mio coinvolgimento nella vicenda si è limitato a decidere, come credo e hanno fatto praticamente quasi la totalità delle aziende italiane, di accedere a tale beneficio a tutela della salvaguardia dei posti di lavoro". 

"Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L'ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da 'fine pena mai'", ammette prima di ringraziare la famiglia che "mi dà la forza per non impazzire". 

Poi la stoccata alle opposizioni e nel dettaglio a Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle: "Non voglio neppure citare chi ha affermato che le mie mani sono sporche di sangue. Non fa vergogna a me questo, ma lo fa a chi ha pronunciato questa accusa, che devo dire mostra nella sua grandezza una grettezza, una cattiveria umana che alcuni avversari sono disposti a usare, ma certo non nei confronti dei propri colleghi. Perché in quest'Aula, voglio ricordare, che c'è chi è stato condannato, e lo sottolineo, per me ingiustamente, per incidenti mortali a Torino nel giugno del 2017". 

Ma non finisce qui: "Io sono l'emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate, un preconcetto: voi non volete combattere la povertà volete combattare la ricchezza. Io sono l'emblema, il male assoluto" e "so sono quella che porta i tacchi da 12 centimetri, quella del Twiga e Billionaire: il mio numero di telefono e io sono la stessa persona, quel numero che anche voi avete chiamato... e mi fermo qua, perché sono una signora". A chi si riferisca Santanchè non è dato sapersi, ma è certo che le opposizioni si sono sentite toccate, visto che dai banchi si sono sentiti fischi e proteste.

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