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Puglia, disastro-sanità: Asl di Bari, ecco le cifre del buco

Simone Di Meo
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Alla Regione Puglia servono 250 milioni di euro per non finire gambe all’aria. Colpa del maxi buco nella sanità che ora rovina il sonno ad assessori, dirigenti medici e governatore. Un deficit doppio rispetto a quello del 2023 (pari a 126 milioni) che fu solo in parte coperto (87 milioni) con la manovra di assestamento e i fondi del bilancio di previsione 2024. Stavolta i denari a disposizione per tamponare sono ancor meno, appena 48 milioni. Ciò significa che c’è un debito netto di 200 milioni. Troppi anche per uno come Michele Emiliano che, subodorata la fuga di gas, ha deciso di spalancare le finestre per non restare asfissiato. Ha così subito convocato una riunione di emergenza con gli assessori Fabio Amati (Bilancio) e Raffaele Piemontese (Sanità) per trovare una soluzione politica prima ancora che tecnica alla voragine. Esclusa la possibilità di alzare il ticket, restano ben poche leve finanziarie a disposizione: il taglio delle spese e l’uso dei fondi comunitari per i nuovi investimenti. Stop.

Il problema però è di natura strutturale, come conferma a “Libero”, il deputato della Lega Davide Bellomo. «Esiste una norma in Puglia che dispone che i direttori generali delle Asl, che sforano il budget, perdano l’incarico. Ebbene, a parte cacciare i manager inadempienti, che cosa fa la Regione per impedire che accada di nuovo? E perché non si rispettano i parametri nazionali sulla divisione delle spese per quota capitale?». Bellomo aggiunge: «L’assessore Amati fino a poco tempo fa era un integralista dei conti. Ora che sono saltati, ha perso la parola?». Il debito rischia per di più di rallentare il piano di rientro della sanità che Emiliano vorrebbe chiudere entro quest’anno per poter poi riprendere il pieno possesso della gestione del comparto, oggi in gran parte commissariato sia per quel che riguarda l’organizzazione della rete ospedaliera sia per le assunzioni. La verità è che la sanità è l’autentico punto debole del presidente dem, come dimostra il cambio di ben tre assessori al ramo.

 

«Il centrosinistra pugliese ha gestito la salute dei cittadini senza una chiara mission politica, ma solo con interventi spot», aggiunge il consigliere regionale del Carroccio, Fabio Romito. «La controprova è che la legge, approvata a dicembre, per l’autonomia dell’Ospedaletto di Bari ancora non trova piena applicazione. È chiaro che c’è qualcosa che non va». Altra criticità riguarda il saldo della mobilità interregionale. «Quella passiva è tornata a salire, il che incide sul nostro bilancio. I pugliesi vanno a curarsi altrove perché, evidentemente, non si fidano delle strutture regionali».

E, sempre dal settore della salute, potrebbero arrivare altre grane per il governatore ex pubblico ministero. I carabinieri, infatti, qualche giorno fa, hanno acquisito presso la tv locale Telerama il servizio andato in onda, durante il tg del 22 giugno 2024, in cui Emiliano, rispondendo alle domande del giornalista, spiegava la sua presenza a Lecce a poche ore dal ballottaggio che ha visto prevalere Adriana Poli Bortone (centrodestra) per una manciata di voti sullo sfidante, Carlo Salvemini, sindaco uscente di centrosinistra. Un incontro, con esponenti del mondo medico e delle Asl salentine, e non solo, che il presidente Pd della Regione disse di aver tenuto «per dare una mano a Carlo Salvemini mobilitando tutti gli amici».

L’inchiesta, che non conta ancora eventuali indagati, è partita sulla base del doppio esposto che la Poli Bortone e tutta la coalizione di centrodestra firmarono per denunciare la «violazione del silenzio elettorale» da parte del governatore. In particolare, il neosindaco, che si era imposto con il 50,69% delle preferenze, aveva scritto che «Emiliano, con la sua stessa presenza, avrebbe generato in soggetti, da lui stesso e dalla sua giunta nominati, i dirigenti medici presenti, una pressione illegittima e un condizionamento contrario ad ogni norma che regola il voto, che dev'essere libero segreto e non condizionato da pressioni di qualsiasi genere».

Una «riunione carbonara» l’avevano addirittura, invece, definita i partiti di centrodestra, convocata per indurre, a loro dire, gli operatori sanitari «a votare il candidato di centrosinistra, Carlo Salvemini, dimostrando che la sanità pubblica pugliese, lungi dall’essere al servizio dei cittadini, indipendentemente dalle loro identità politiche, è diventata solo ed esclusivamente uno strumento di potere politico con tutto ciò che ne consegue in termini di terzietà e di credibilità». Segreti, misteri e veleni nella terra del Castello di Otranto. Più che il “Codice da Vinci”, sembra il “Codice Emiliano”.

 

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