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Non una di meno, lo sciopero del sesso "contro Meloni e fascismo"

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Uno sciopero generale contro Giorgia Meloni, talmente generale da comprendere pure uno sciopero del sesso. A parlare non è Maurizio Landini, anche se probabilmente il Ras della Cgil approverà. No, la serrata questa volta arriva dall'associazione "transfemminista" Non una di meno. Accanto al patriarcato e al pericolo-maschio, in agenda le attiviste hanno l'allarme fascismo e per questo hanno reso pubblico un proclama per l'8 marzo ai limiti del delirio.

"Chiamiamo allo sciopero transfemminista dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, dei consumi. Abbattiamo i ruoli e le aspettative di genere, per boicottare la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario", si legge nell'appello. "Boicottare la riproduzione", dunque, come estremo gesto di lotta contro il governo di centrodestra.

Le ultra-femministe ovviamente sognano un'Italia totalmente aperta all'immigrazione, chiedono l'introduzione di un "reddito di autodeterminazione", un piano-casa che pare messo a punto da Ilaria Salis in persona, lo Ius soli, "rompere gli accordi italo-libici" sui traffici di clandestini nel Mediterraneo e chiudere i CPR in Italia e in Albania.

 

 

Lo sciopero del sesso è anche "sciopero contro la guerra", una responsabilità da addebitare al governo Meloni e all'asse "dei governi ultra-reazionari. Queste destre non hanno freni nella loro esibizione di odio, potere e brama di rivincita. La loro libertà è il privilegio dell’uno per cento della popolazione". Qualcuno avverta le transfemministe che sulle guerre qualche responsabilità ce le hanno anche amministrazioni democratiche, come quella dell'ex presidente americano Joe Biden.

"Il fascismo contemporaneo sta dilagando e attecchisce su chi non accetta l’autodeterminazione di donne, froce, lesbiche, queer, trans, migranti, seconde generazioni, sex workers - conclude fiero il proclama -. Siamo però convinte che la potenza della nostra lotta ha basi solide, che è una trama minuziosa che tessiamo da secoli e che ormai il mondo patriarcale, fascista, coloniale capitalista e razzista non è più sostenibile né a livello ambientale né a livello sociale".

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