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Pd-M5s, così Donald Trump ha fatto saltare in aria la sinistra italiana
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Essere o non essere, di sinistra, questo è il problema. È più di sinistra combattere Vladimir Putin e sostenere l’Ucraina, «la resistenza ucraina» veniva chiamata solo pochi mesi fa, a qualsiasi costo, anche a quello di seguire Emmanuel Macron sulla via del chissà dove ci porta, oppure è più di sinistra arrendersi all’ex agente del Kgb e accettare una pace a qualsiasi prezzo, visto che questa guerra, oltre alle debolezze di Volodymyr Zelensky, sta evidenziando anche quelle dell’Unione Europea?
Il campo largo progressista, incapace di avere una posizione di pragmatico atlantismo quale quella perseguita dal governo italiano, non comprende che le dichiarazioni di Donald Trump sono mirate alla miglior pace possibile per l’Occidente con Putin e si strugge nel dubbio. Nel frattempo, i suoi litigano. I suoi esponenti sono arrivati perfino a darsi del fascista tra di loro. Effetto inevitabile dell’abuso che la sinistra fa del termine.
RISSA IN TELEVISIONE
Gaetano Pedullà quasi come Vladimir Putin. Lo zar ha invaso l’Ucraina sostenendo che sia governata da nazisti. L’eurodeputato grillino ha accusato la collega del Pd, Pina Picierno, di essere «un’infiltrata fascista nella sinistra». Dopo che mezzo Partito Democratico, curiosamente quello più distante da Elly Schlein, ha rilasciato dichiarazioni indignate, anziché correggersi, il campione di M5S ha rilanciato: «Fascistapo a chi ha una strategia guerrafondaia, a chi chiede più armi, più guerra, più povertà e più morti, cose che non hanno nulla a che fare con la sinistra». Quindi alla Picierno, e ai suoi colleghi europarlamentari, da Stefano Bonaccini a Nicola Zingaretti, che le hanno espresso pronta solidarietà? L’interessata non ci sta e controreplica su cosa è davvero la sinistra, ovverosia «sostenere la libertà di un popolo di difendersi e proteggere la propria integrità territoriale».
A scatenare la bagarre è stata un’intervista in cui la dem campana, che confessa di vivere nel mito di Ciriaco De Mita (chissà cosa penserebbe il compianto capo della Democrazia Cristiana nel vedersi affibbiare la responsabilità di aver cresciuto figlie della Lupa), ha accusato il Movimento di «volere un’Europa debolissima», di avere posizioni putiniane e di «essere in sintonia con la Lega e molto distante dal Pd». La lettura della dem è chiara; chi è europeista sta con l’Ucraina, chi non lo è sta con Putin, quindi i grillini sono antieuropeisti. La posizione di Cinque Stelle, che non sostiene la maggioranza di Ursula Von der Leyen e sul dossier ucraino spesso vota diversamente da Left (sinistra), l’eurogruppo al quale appartiene, è alquanto diversa: chi non è per la resa di Kiev è per la guerra, quindi non è di sinistra.
Poi però parla Giuseppe Conte e, nella foga di attaccare Giorgia Meloni, afferma che «Trump sta smascherando la propaganda bellicista dell’Occidente e dice una verità che M5S sostiene da sempre, ossia che battere la Russia era impossibile». Oibò, fino a due giorni fa il leader grillino si univa a Elly Schlein e accusava la premier di essere la ragazza pon pon del presidente americano, chiedendole di andare in Parlamento a spiegare se stesse con l’Unione Europea o con gli Usa. Ieri ha fatto lui il ragazzo pon pon di The Donald e ha chiesto le dimissioni di Meloni per troppo europeismo. Conte, che pur di non abbandonare Palazzo Chigi è passato dalla Lega al Pd come nulla fosse... A farglielo notare è +Europa, per voce di Benedetto Della Vedova: «Se fosse per il leader grillino», nota il parlamentare della Bonino, «che non può intestarsi la leadership dell’opposizione e plaude alla prepotenza di Trump, l’Ucraina sarebbe una provincia russa, tanto a noi cosa importa?».
Tace Schlein, un po’ per non spaccare ulteriormente il campo largo, un po’ perché parlare significherebbe dare una linea politica al Pd oltre la critica al governo (e non sia mai), molto perché non sa cosa dire e non ci sta capendo un’acca. Poverina, d’altronde neppure Trump riuscirebbe a far andare d’accordo la sinistra italiana. Più facile trovare una soluzione al conflitto ucraino...
Fanpage si infiltra al banchetto di FdI e registra gli insulti dei militanti a Schlein: cosa dicono
È IL CAOS TOTALE
Benché infatti i progressisti continuino a sostenere che le trattative tra il presidente americano e lo zar russo stiano mettendo in difficoltà il governo Meloni in Europa, la realtà è che il ciclone The Donald ha scoperchiato la sinistra. Siamo al punto che potrebbe saltare la manifestazione unitaria che il capo di M5S ha convocato a Roma prima di Pasqua contro il governo. Schlein aveva detto «lavoriamoci», ma tra gli argomenti c’è anche quello delle spese per armare l’Unione Europea, che Meloni vuole scorporare dai vincoli di bilancio del patto Ue. I grillini non vogliono mettere mano alla borsa, ma gli europeisti dem non possono sottrarsi, visto che lo vuole Ursula. È il caos. Conte sta inseguendo Matteo Salvini, Alleanza Verdi e Sinistra tifa per il presidente Usa ma non può dirlo e il Pd si dice europeista ma, in odio al governo italiano, si accoda a Macron sventolando la bandiera europea, anche se il presidente francese, continuando a convocare vertici improvvisati a Parigi, da un lato umilia le istituzioni di Bruxelles, dall’altro rende manifeste l’inconsistenza e le debolezze della Ue. È una fortuna per i moderati di sinistra, da Matteo Renzi a Carlo Calenda, non esser riusciti a spuntare neppure un seggio all’Europarlamento alle elezioni del giugno scorso. Almeno si evitano la figura da gioppini che stanno facendo i loro compagni di campo.
La sinistra dichiara guerra agli Usa: Schlein-Conte, le folli dichiarazioni contro Donald Trump
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