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Alessandra Todde, FdI la smaschera sul ricorso: "Oggi avete perso la faccia"
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Nuovo capitolo nella telenovela Sardegna. Via libera del Consiglio regionale della Sardegna con 31 voti favorevoli e 1 contrario (la minoranza non ha partecipato alla votazione) alla mozione della maggioranza che impegna la Giunta a sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato davanti alla Corte Costituzionale sulla questione della possibile decadenza della Presidente Alessandra Todde, un caso che rischia di portare allo scioglimento dell’Assemblea e a nuove elezioni. L’obiettivo è contestare la competenza del Collegio elettorale di garanzia nel pronunciarsi sulla decadenza della Presidente, sostenendo che questa riguardi solo i consiglieri elettivi e non il Presidente eletto di diritto. Roberto Deriu (Pd) ha difeso la mozione sottolineando che "il Consiglio regionale deve chiedere giustizia rispetto alla gerarchia delle fonti e all’armonia dell’ordinamento" e che la questione è di competenza della Corte Costituzionale. Michele Ciusa, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale della Sardegna, ha sottolineato che la mozione in discussione non è un atto politico di parte, ma una difesa dell’istituzione consiliare.
Ha ribadito il rispetto del suo gruppo per le istituzioni e la fiducia nella Presidente Todde, criticando la strumentalizzazione politica della vicenda. Ha evidenziato l’importanza di rivolgersi alla Corte Costituzionale per chiarire dubbi legittimi sull’ordinanza del Collegio di Garanzia elettorale, sostenendo che quest’ultimo non ha il potere di dichiarare la decadenza del Presidente della Regione. Ha ribadito che il Consiglio regionale e la Presidente sono espressione del voto popolare e che è necessario difendere questo principio in tutte le sedi istituzionali. Infine, ha chiesto una risposta chiara e definitiva dalla Corte Costituzionale per tutelare il mandato ricevuto dal popolo sardo e porre fine alle incertezze sul tema.
Sandro Porcu (capogruppo Orizzonte Comune) ha sottolineato che la mozione, firmata da tutti i capigruppo di maggioranza, mira a chiarire se la legge n. 515 del 1993, relativa alla decadenza per violazioni nella rendicontazione elettorale, sia applicabile alla Presidente della Regione. Ha ribadito che tale normativa contrasta con il sistema di elezione diretta del Presidente della Regione e che questioni così delicate devono essere esaminate dalla Corte Costituzionale. Ha espresso fiducia nella magistratura e nella trasparenza della Presidente Todde, difendendo la volontà popolare espressa nelle urne. Ha infine auspicato un voto unanime del Consiglio per difendere le prerogative istituzionali e l’autonomia della Regione Sardegna. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha criticato duramente l’iniziativa, definendola un tentativo della maggioranza di "salvare la poltrona" a discapito della credibilità politica.
"La situazione in cui ci troviamo non è dovuta a complotti o violazioni della legalità da parte del Collegio di garanzia elettorale, ma al fatto che un candidato non ha rispettato un obbligo che migliaia di altri hanno sempre adempiuto", ha dichiarato Truzzu, sottolineando che il Consiglio regionale stesso ha attribuito il potere di verifica al Collegio. Secondo Truzzu, la mozione non avrebbe mai visto la luce se si fosse trattato di un semplice consigliere, poiché in quel caso si sarebbe proceduto con la sostituzione senza sollevare conflitti istituzionali. "Non mi stupisce che il Movimento 5 Stelle sostenga questa posizione, ma mi sorprende vedere il Partito Democratico e altre forze del centrosinistra scivolare su un terreno che per anni hanno difeso", ha aggiunto. Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha infine lanciato un duro attacco alla maggioranza: "Forse riuscirete a salvare il vostro posto, ma oggi state perdendo la faccia. E il Consiglio regionale rischia di sciogliersi non per un atto di forza, ma per un ’suicidio assistito' politico".
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