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Elly Schlein gioca sporco: perché vuole che le bollette schizzino alle stelle

Fausto Carioti
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I magistrati che sciopereranno il 27 febbraio, certo. Sudi loro l’opposizione punta molto, anche ora che a guidare l’Anm c’è un personaggio, come Cesare Parodi, che non viene da sinistra. Ma accanto alle toghe, anzi prima di esse, oggi il vero alleato di chi non ha la forza politica per indebolire il governo sono le bollette. La congiuntura astrale, per i gufi del caro-gas e caro-elettricità, è ideale.

Nell’ultimo mese i prezzi del metano in Europa sono aumentati del 30%. I livelli di stoccaggio sono infatti ai minimi dal 2022, a causa del clima più freddo della media, e sulla riuscita della ricostituzione delle scorte, che inizia in primavera, stavolta pesano più incognite che in passato, anche perché sulle forniture di Gnl, il gas naturale liquefatto, bisogna fare i conti con gli agguerriti compratori asiatici. E il metano non serve solo ad alimentare i fornelli su cui bolle l’acqua della pasta, ma genera il 43% dell’energia elettrica prodotta in Italia. Come ha scritto sul Sole-24 Ore il professor Davide Tabarelli, massimo esperto della materia, «non siamo ancora al panico dell’estate 2022, ma poco ci manca», perché i 58 euro al megawattora del prezzo del gas del 10 febbraio «è comunque il doppio di un anno fa».

Inquadrato così, si capisce meglio il disegno dell’opposizione. Giuseppe Conte ha confessato le sue speranze, con candore esemplare, in una conversazione col Foglio: «Arriveranno le bollette agli italiani e crescerà il malcontento. Meloni non potrà più nascondersi». Il capo dei Cinque Stelle è in compagnia: a confidare nel rincaro delle bollette sono tutti i leader della sinistra. Elly Schlein dice che «abbiamo il costo dell’energia più alto in Europa. Imprese e famiglie soffrono ed è incredibile come questo governo per due anni non abbia fatto niente». Matteo Renzi ha già scritto la trama: «La gente inizia a dubitare della Meloni per le bollette spaventose, non per Paragon. E sul costo della vita il consenso delle sorelle d’Italia inizia a vacillare. Lo so». E poi, ovviamente, c’è Angelo Bonelli: «Ci troviamo di fronte a una rapina sociale, alimentata dalle bugie sulla transizione ecologica».

Lo scenario perfetto, insomma. I prezzi dei combustibili aumentano sui mercati internazionali e chi non governa ha gioco facile nello scaricare la colpa su esecutivo e maggioranza. Quanto alle rinnovabili che il leader verde e i suoi colleghi invocano come soluzione, oltre ad avere raggiunto il tetto del possibile sfruttamento (116 terawattora prodotti nel 2023, tanti quanti nel 2019, con il solito idroelettrico a fare il grosso del lavoro), contribuiscono al rincaro delle bollette: i loro incentivi sono costati oltre 7 miliardi di euro nel 2023 e più di 108 miliardi negli ultimi dieci anni.

Avventurismo dell’opposizione a parte, il problema è serio, sotto l’aspetto economico, sociale e politico. Il governo intende affrontarlo con un decreto cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente. Le misure allo studio includono l’eliminazione della differenza di prezzo del metano tra il mercato di riferimento europeo, che è quello di Amsterdam, e il prezzo che si forma sul mercato italiano: il secondo è un po’ più alto, e ridurlo ai livelli di quello olandese consentirebbe anche di tagliare i costi di generazione dell’energia elettrica. Si ragiona pure sulla compensazione dei costi imposti dalla tassazione Ue sulle emissioni di anidride carbonica, che grava sui produttori di energia da fonti fossili, e sul rafforzamento del programma italiano “Energy release”, che garantisce elettricità a prezzi calmierati alle imprese energivore. E non si esclude un adeguamento del bonus sociale per le bollette.

Sono tutti palliativi, ovviamente. Non risolvono il problema, ma trasferiscono i costi dalle bollette alla fiscalità generale. Il problema è il.

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