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Ignazio La Russa contro il Fatto Quotidiano: "Una vergogna, cosa chiedo alla magistratura"

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Una furia, Ignazio La Russa. Il presidente del Senato si scaglia contro Il Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Marco Travaglio. Lo fa con una nota in cui replica al presunto coinvolgimento nella vicenda giudiziaria che ha interessato il figlio Leonardo. Pazzali è uno degli uomini al centro della rete di hacker e spioni di Milano, che operavano dietro la società Equalize

"In merito alla notizia pubblicata oggi da Il Fatto Quotidiano preciso quanto segue: non ho mai parlato, e ripeto mai, con Enrico Pazzali né tantomeno con imprecisati carabinieri, dei fatti di cui è stato accusato mio figlio Leonardo", dichiara La Russa, respingendo con fermezza ogni insinuazione.

Il presidente del Senato evidenzia inoltre l’impossibilità temporale di qualsiasi coinvolgimento: "Non avrei in ogni caso potuto parlarne con alcuno fino a quando (ben 40 giorni dopo) ho appreso dai giornali dell'accusa e della denuncia presentata dalla ragazza. Accusa che fino ad allora, ripeto, era a me sconosciuta". La Russa si sofferma poi su un altro dettaglio che, a suo parere, smentisce la ricostruzione giornalistica: "Sarebbe curioso sapere come gli 'spioni', contro cui non siamo stati teneri né io né Fratelli d’Italia con le nostre dichiarazioni, potevano conoscere qualcosa nelle stesse identiche ore in cui, secondo la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, la ragazza veniva visitata alla clinica Mangiagalli".

Nel suo intervento, il presidente del Senato ribadisce che, se fosse stato a conoscenza dei fatti in tempo utile, avrebbe agito diversamente: "Se mai avessi potuto averne contezza, prima dei 40 giorni passati tra la visita alla clinica Mangiagalli e la denuncia, mi sarei premurato sicuramente di chiedere la registrazione delle telecamere di sicurezza poste fuori del mio palazzo oltre che di quelle della discoteca. Registrazioni che sarebbero state utili e forse decisive all'accertamento della verità. Richiesta purtroppo impossibile, invece, trascorso quel periodo".

Non manca un passaggio durissimo nei confronti dell’ipotesi avanzata dal quotidiano, secondo cui La Russa sarebbe stato interessato a far rilevare la planimetria della propria abitazione: "Non capisco poi perché avrei dovuto, secondo quanto scrive sempre Il Fatto Quotidiano, essere interessato a far rilevare dagli 'spioni' la planimetria ('la logistica') della mia abitazione che ovviamente conosco benissimo. Né comprendo come sia possibile adombrare chissà cosa anche su di me che, come risulta, sono stato oggetto assieme ai miei figli di richiesta da parte di Pazzali di informazioni indebite".

Infine, La Russa sottolinea il suo sdegno per il tentativo di screditarlo: "Ritengo veramente vergognoso che anziché approfondire le responsabilità degli 'spioni Pazzali & Co.' (curiosamente scomparsi ultimamente dalle cronache giornalistiche), si tenti di gettare discredito su di me. Ombre che anche a persone disattente risultano prive di logica, costrutto e fondamento". La nota si conclude con un appello rivolto alla magistratura affinché venga fatta piena chiarezza: "Mi permetto, infine, di chiedere alle autorità giudiziarie di valutare se non ritengano a questo punto di desecretare gli interrogatori degli imputati e contestualizzare i fatti, chiarendo in maniera pronta tutte le circostanze in difesa della mia onorabilità", conclude Ignazio La Russa.

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