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Giorgia Meloni, la replica ai boss di mafia che la minacciano: "Una conferma, siamo sulla strada giusta"

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Nessun arretramento, neppure un millimetro, da parte di Giorgia Meloni nella lotta alla mafia. Alla vigilia, su Repubblica, sono state pubblicate delle intercettazioni relative all'indagine sul clan Uditore, intercettazioni in cui alcuni boss accusavano il governo per non aver allentato il carcere duro dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro. Intercettazioni a cui oggi, lunedì 10 ottobre, ha risposto direttamente il premier: "Un'ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta".

Le conversazioni intercettate mettono in luce l'ira dei mafiosi, boss che speravano in un allentamento del 41 bis. Il presidente del Consiglio, da par suo, ha però ribadito la linea dell’esecutivo con un post sui social: "Ho letto le intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l'ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l'Italia", ha concluso Meloni.

Tra le intercettazioni, inquietanti, spiccano le parole di Salvatore Inzerillo, storico trafficante di droga legato agli ambienti criminali tra Sicilia e Usa: "Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis". Contetto ribadito con toni ancora più aggressivi da Filippo Filiberto, altro narcotrafficante: "Questa Meloni, minch*** parla come una disonorata: Non si cambia niente. Parla proprio come una disonorata fascista che non è altra... ma come si ci dà il voto ad una come questa". A fargli eco, di nuovo Inzerillo: "Stanno facendo tutto questo bordello, che più ne fanno e più non lo levano". Minacce, parole orribili, che confermano però soltanto la bontà dell'azione dell'esecutivo contro il crimine organizzato.

 

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