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Foibe, la politica ricorda le vittime? Giuseppe Conte no: lui insulta il governo

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“Nel Giorno del Ricordo rendiamo omaggio alle vittime delle foibe e a tutti coloro che subirono la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata. Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica. #10febbraio”: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo ha scritto sui social ricordando un momento doloroso della storia. A farle eco, sempre su X, il vicepremier e ministro Matteo Salvini: "In migliaia trucidati nelle foibe, centinaia di migliaia costretti all'esodo, colpevoli solo di essere italiani. Per anni, una certa sinistra ha negato, minimizzato, giustificato. Ancora oggi, qualcuno tenta di riscrivere la storia, tra vergognosi oltraggi e atti di vandalismo, ma la memoria di quegli innocenti non può essere cancellata. Il ricordo è un dovere, la verità è un diritto. Onoriamo oggi e sempre i nostri connazionali vittime di una delle più grandi tragedie del '900, perché senza memoria non c'è giustizia". 

 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ne ha parlato alla celebrazione del Giorno del Ricordo al Quirinale: "Ben presto, sotto minaccia e dopo una seconda ondate di violenze, i nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume, furono messi di fronte al drammatico dilemma: assimilarsi, disconoscendo le proprie radici, la lingua, i costumi, la religione, la cultura. Oppure andare via, perdendo beni, casa, lavoro, le terre in cui erano nati. In grande maggioranza scelsero di non rinunciare alla loro italianità e, di fatto, alle libertà, di pensiero, di culto, di parola. In trecentomila - uomini, donne, anziani, bambini - radunate poche cose, presero la triste via dell'esodo". E ancora: "Troppo a lungo 'foiba' e 'infoibare' furono sinonimi di occultamento della storia. La memoria delle vittime deve essere preservata e onorata. Naturalmente - dopo tanti decenni e in condizioni storiche e politiche profondamente mutate - perderebbe il suo valore autentico se fosse asservita alla ripresa di divisioni o di rancori".

Ha parlato di una tragedia che non deve ripetersi, poi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Nel Giorno del Ricordo rendiamo onore alle vittime delle Foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata. Una terribile pagina della nostra storia italiana e una tragedia che non vogliamo si ripeta mai più". E ancora: "Proprio oggi a Roma ospitiamo un incontro ministeriale sui Balcani occidentali per accompagnare tutti i Paesi della regione nel percorso di riunificazione con la famiglia europea". Dal Pd si è fatta sentire la capogruppo alla Camera Chiara Braga: "Conoscere la storia, sapere che cosa è accaduto. Sempre. Perché solo la memoria ci consente di rispettare il dolore e costruire un futuro di tolleranza e convivenza pacifica". 

Il leader del M5s Giuseppe Conte, invece, non solo non ha ancora parlato del Giorno del Ricordo ma ha pensato bene di andare all'attacco del governo: "Il procuratore Lo Voi ha compiuto un atto dovuto sul caso Almasri e la premier lo ha attaccato con violenza inaudita. I nostri Servizi, che dipendono da Palazzo Chigi, lo hanno denunciato. I laici di destra del Csm ne chiedono il trasferimento. Siamo a un bullismo istituzionale mai visto del governo contro i magistrati", ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. Poi ha aggiunto: "Non mi sembra che il procuratore abbia preteso di essere un intoccabile al di sopra della legge. Qui gli unici a sentirsi intoccabili sono Meloni, Santanché e tutti i sodali che adesso sono al governo. Perché, in virtù della loro cultura arrogante e autoritaria e dei voti presi, vogliono privilegi e impunità e continuano la guerra contro la magistratura".

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