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Almasri, Mantovano: "Posso solo dire che l'avviso lo ho incorniciato"

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Il caso-Almasri continua a riempire il dibattito politico, con la sinistra scatenata sulla vicenda per la quale è finito nel mirino della procura di Roma mezzo governo Meloni. Premier compreso, Giorgia Meloni: anche lei è stata raggiunta dall'avviso di iscrizione nel registro da parte della magistratura.

Dopo la notizia dell'indagine, svelata dalla leader di FdI in un breve video, le polemiche si sono spostate sulla Corte penale internazionale, sulla gestione poco trasparente dell'intera vicenda, oltre che sull'ordine di arresto del libico, che secondo l'esecutivo e Carlo Nordio presentava diversi profili irrituali. Ultimo tassello, in ordine cronologico, la mancata sottoscrizione da parte del governo italiano della risoluzione di condanna Ue contro le sanzioni imposte dagli Stati Uniti di Donald Trump proprio alla Cpi, un gesto - quello del governo Meloni - di clamorosa rottura con Bruxelles.

Per la vicenda Almasri, nel mirino della procura di Roma ci è finito - insieme a Nordio e Matteo Piantedosi - anche Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. E Mantovano, in un intervento pubblicato dal Nuovo Quotidiano di Puglia, spiega i suoi prossimi passi. "Attendo di spiegare quanto è successo, vorrei evitare di anticipare in questa sede quello che dirò quando sarò chiamato. Confido che ciò possa avvenire a breve. Quindi, qui mi avvalgo della facoltà di non rispondere". 

A stretto giro, il sottosegretario ha aggiunto: "Posso solo dire che, nella mia stanza, da qualche giorno quell'avviso è incorniciato". Parole che faranno impazzire la sinistra. "Io tento di avere rispetto istituzionale. La mia posizione è sotto accusa per favoreggiamento e peculato", ha concluso Mantovano.

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