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Meloni con Trump contro la Cpi, crisi isterica a sinistra: "Italia scendiletto dell'America"

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Alle Nazioni Unite 79 paesi hanno aderito alla una dichiarazione a sostegno della Corte penale internazionale, avviata da un gruppo centrale transregionale di 5 paesi dopo l'ordine esecutivo di Donald Trump. Nella lista dei firmatari mancano dei principali stati europei l'Italia e l'Ungheria mentre sono presenti Francia, Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito. 

Il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo che impone sanzioni alla Cpi, accusandola di "aver intrapreso azioni illegali e infondate contro l'America e il nostro stretto alleato Israele". La decisione del governo di Giorgia Meloni di appoggiare la Casa Bianca ha scatenato le reazioni delle opposizioni, ancora una volta al limite dell'isteria politica.

"Trovo veramente una cosa di cui vergognarsi che oggi il governo italiano non abbia aderito alle firme degli stati che stanno protestando per le sanzioni di Trump alla Cpi", sono le parole di Elly Schlein, segretaria del Pd, a margine di un evento a Bari. I deputati del Partito democratico esprimono invece "sconcerto" per la scelta di Palazzo Chigi. "Siamo sconcertati ma, dopo le ultime vicende, non stupiti, dalla decisione del governo di non firmare il documento in cui 79 Stati che aderiscono alla Corte penale internazionale condannano la scelta di Trump di sanzionare i giudici, i funzionari della Cpi e i loro familiari, che stanno indagando sui crimini commessi dai soldati Usa in Afghanistan e da quelli israeliani nella Striscia di Gaza. Come l'Italia, solo Ungheria e Repubblica ceca - scrivono in una nota Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Rachele Scarpa e Arturo Scotto -. Un ordine esecutivo che deve essere condannato perché mette in grave pericolo chi lavora nella Cpi, la Corte stessa e, di conseguenza, il diritto internazionale. Come ci avevano spiegato, preoccupati, i vertici dell'Aja durante la nostra recente visita, a pagare saranno le vittime di crimini contro l'umanità, di crimini di guerra e di genocidio che chiedono giustizia".  che hanno visitato la Corte a dicembre scorso. "Come si può assecondare una tale sciagurata scelta che riporta il mondo indietro di 80 anni, condannandolo alla barbarie più assoluta? E' una vergogna che offende l'Italia intera e la sua storia", concludono i dem. 

Per Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, "stanno trasformando l'Italia nel Paese delle immunità e dell'impunità, danneggiando gravemente l'immagine della nazione". "Prima - ha sottolineato l'ex premier - hanno garantito a Netanyahu che non lo avrebbero arrestato nonostante il mandato di arresto dell'Aja e la carneficina di decine di migliaia di palestinesi. Poi hanno messo su un volo di Stato e riportato a casa Almasri, un criminale con accuse anche per stupri di bambini, nonostante il mandato di arresto della Cpi. Ora l'Italia rompe il fronte e non firma la dichiarazione congiunta di 79 Paesi (fra cui i più grandi Stati europei) contro le sanzioni decise dagli Stati Uniti verso la Corte Penale internazionale, che comprometterebbero l'operatività di questo organo, con il rischio di impunità per crimini gravissimi". "Non compromettiamo - è l'appello lanciato da Conte - l'onore del nostro Paese, non partecipiamo al tentativo di distruggere la giustizia internazionale. Il Governo firmi subito contro le sanzioni oppure spieghi di fronte ai cittadini il perché di questo inquietante passo indietro rispetto ai nostri valori tradizionali e ai nostri obblighi internazionali".

Mentre Nicola Fratoianni, deputato di Avs e leader di Sinistra italiana, definisce l'Italia "scendiletto degli Usa" accusandola di "distruggere il diritto internazionale. Una decisione folle. E' la straordinaria capacità di Meloni di stare sempre - conclude il sodale di Angelo Bonelli - dalla parte sbagliata della storia. L'ennesimo atto che getta discredito internazionale sull'Italia".

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