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Salvatore Gallo, bomba sul ras del Pd piemontese: corruzione elettorale e tentata estorsione

Simone Di Meo
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Ancora guai giudiziari per il Partito democratico: dopo l’arresto di Nicola Salvati, tesoriere in Campania, per associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina; e dopo la richiesta di rinvio a giudizio, per voto di scambio politico-mafioso, per l’ex senatore Antonino Papania, un altro peso massimo del Nazareno rischia di finire sotto processo. Parliamo di Salvatore Gallo, ras delle tessere in Piemonte e regista dell’associazione IdeaTo, terza gamba del Pd a Torino. La Procura ha chiuso le indagini contestandogli peculato, tentata estorsione, corruzione elettorale e traffico di influenze illecite nell’ambito di una maxi inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta calabrese al Nord. Gallo (che avrà comunque modo di difendersi e di replicare alle ricostruzioni degli inquirenti) avrebbe minacciato ritorsioni lavorative nei confronti di un dipendente della società Sitalfa (controllata dalla Sitaf, concessionaria dell’autostrada Torino-Bardonecchia), in corsa per la IV circoscrizione nel 2021, affinché facesse campagna elettorale anche per la candidata sostenuta da IdeaTo, pur essendo a lui lontana sia politicamente sia personalmente. In un’altra occasione, Gallo avrebbe chiesto a un conoscente, per il quale si era speso per una visita specialistica presso un luminare di ortopedia, di «procurare almeno 50 voti», è scritto nell’atto d'accusa degli inquirenti, per un’altra sua candidata al consiglio comunale di Torino.

Il rapporto con Sitalfa e Sitaf è uno dei focus investigativi più importanti del fascicolo perché, pur essendone formalmente estraneo, Gallo avrebbe ricevuto dalle due società «utilità» del tutto ingiustificate, come: pranzi (1.500 euro), almeno 16 tessere di transito gratuito sull'autostrada A32, 2 card Telepass-Viacard (del valore di 7.500 euro); un treno di gomme nuove per la sua Audi A4; una carta carburante (4.300 euro) e addirittura la disponibilità di una carta di credito da strisciare a piacimento.

 

 

 

«Sasà», com’era conosciuto in Calabria prima di mettere radici in Piemonte, è riuscito a costruire un vero e proprio impero di relazioni, non solo politiche, di altissimo livello tanto da essere considerato l'uomo della «corrente autostradale» del Partito democratico, punto di convergenza tra affari, politica e Pubblica amministrazione. Dopo una prima infatuazione col Psi craxiano, Gallo ha scalato il Pd piemontese riuscendo a far entrare nella giunta dell’allora sindaco Piero Fassino il figlio Stefano come super assessore allo Sport e a piazzare l’altro «rampollo» in Consiglio regionale: sempre sotto le insegne dei democrats torinesi e romani che lo hanno blandito e, più spesso, subìto.

 

 

 

Alle ultime amministrative, IdeaTo è riuscita a eleggere ben tre consiglieri a favore del primo cittadino, Stefano Lo Russo, numero due nazionale dell’Associazione nazionale dei comuni italiani. La sua influenza supera tuttavia i confini dell’amministrazione municipale. Secondo i pm, che hanno inserito a sorpresa quest’ultimo capo di imputazione nell’avviso di conclusione delle indagini, Gallo sarebbe riuscito a far ottenere a un imprenditore amico un’autorizzazione, da parte dell'Asl To4 con il nullaosta dell’assessorato regionale alla Sanità, per l’ampliamento di un poliambulatorio. In cambio, sostengono i pubblici ministeri, avrebbe incassato un «contributo associativo» per IdeaTo di 500 euro. Agli atti c’è un’intercettazione di un altro indagato che, parlando con il titolare del centro, lo metteva in guardia: «C’è Gallo che vuole vederti, prepara il portafoglio».

 

 

 

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