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Alessandra Todde spianata da Beppe Grillo: "Con quale logica?", M5s allo sbando
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Una guerra politica ai piedi di un termovalorizzatore. Così Beppe Grillo, che forse si vedrà un po’ Conte di Montecristo, lancia un dardo in direzione Sardegna, indirizzo di Alessandra Todde, la prima e unica presidente di Regione del Movimento 5 Stelle, risultato conseguito da Conte. Accade questo: la Presidente aveva dato l’ok per la messa in funzione, in una fase di collaudo di sei mesi, di un termovalorizzatore nel nuorese. L’accensione dell’impianto, però, è stata bloccata ieri dalla provincia. Come si può associare le parole “M5S" e “termovalorizzatore” senza che la miscela non sia esplosiva? E infatti è arrivato Beppe Grillo.
Va detto che Todde, in un’intervista al Fatto Quotidiano dell’altroieri, aveva spiegato che l’impianto al suo arrivo era già bello e pronto, e doveva in realtà aprire nel 2016 e sono già stati spesi 40 milioni. Tuttavia, il fu elevato, di fatto defenestrato dal Movimento dopo l’Assemblea dello scorso novembre, decide comunque di affondare. Il post del comico non è lusinghiero già nella grafica di accompagnamento: mostra un enorme cassone per il pattume con su affisso uno sbiadito manifesto elettorale di Todde, pieno di sacchi neri tra i quali è piantata una bandiera per la Sardegna.
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Dunque, Grillo scrive: «Il Movimento Cinque Stelle nel 2022 ha lottato veementemente in Parlamento e contro il governo pur di proteggere la salute dei cittadini delle zone ove dovrebbe essere costruito l’inceneritore di Roma. Con quale logica un inceneritore non sarebbe accettabile a Roma ma tuttavia andrebbe bene in Sardegna?». Il riferimento è proprio al progetto dell’impianto nella Capitale che fu alla base della caduta del governo Draghi, che aveva assegnato allo scopo il ruolo di commissario al sindaco Roberto Gualtieri provocando così il “niet” di Conte da cui precipitò tutta la situazione. Poi, tornando alla questione sarda, smonta la tesi de «l’impianto c’era già». Grillo argomenta: «Il primo atto della giunta Todde è stato fermare le rinnovabili: anche quella era una decisione già presa. Non sarebbe stato meglio fermare l’inceneritore (visto che la provincia di Nuoro ha appunto riscontrato ben venti criticità) e sostenere, piuttosto che bloccare, le rinnovabili, proteggendo così l’ambiente e creando molti più posti di lavoro?».
Comunque, ormai Grillo pesa quel che pesa nel presente del Movimento. Ben più ostico, per la presidente sarda, è il dossier sulla decadenza da consigliere, sancita da un’ordinanza emessa da una Commissione della Corte d’Appello. Un provvedimento che, prima di diventare esecutivo, e segnare la parola fine sulla sua presidenza e sulla consiliatura in corso, necessita di altri passaggi. Il provvedimento, ricordiamolo, contiene sette contestazioni per quanto riguarda la gestione delle spese elettorali. Ieri, però, i giudici del tribunale di Cagliari non hanno concesso la sospensiva cautelare chiesta in via cautelare dai legali della presidente che hanno presentato il ricorso. Significa che il prossimo 20 marzo i giudici si occuperanno direttamente del merito.
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