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Pd, finti permessi di soggiorno venduti agli immigrati: ecco le carte che inchiodano il tesoriere campano

Simone Di Meo
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A inguaiare il tesoriere campano del Partito democratico, Nicola Salvati, arrestato nell'inchiesta per immigrazione clandestina della Procura di Salerno, sono state le dichiarazioni del «pentito» Raffaele Nappi, il capo della gang che ha fatto i soldi vendendo a 7mila euro l’uno finti permessi di soggiorno durante i «click day». Nell’indagine è coinvolto anche il padre, Giuseppe Salvati, titolare di un importante studio di consulenza fiscale a Poggiomarino, nell’hinterland vesuviano. Per il giudice delle indagini preliminari non ci sono dubbi che entrambi fossero a conoscenza degli affari illeciti del gruppo in quanto – si legge nell’ordinanza «direttamente coinvolti» nelle fasi di fabbricazione della «falsa documentazione necessaria perla presentazione e/o il buon esito delle istanze». Per gli inquirenti, i due (che vanno comunque considerati innocenti fino a prova contraria) in qualità di diretti collaboratori di Nappi si occupavano anche di «predisporre le false fatture», utili a dopare i requisiti delle aziende che inoltravano le richieste ai sensi del Decreto flussi, e a ripulire il denaro di provenienza criminale.

Padre e figlio avrebbero offerto, stando alla prospettazione accusatoria della Procura, un contributo non episodico all'associazione per delinquere come confermato poi dalle intercettazioni ambientali. Frasi e confessioni raccolte dagli inquirenti che avrebbero attestato e riscontrato «obiettivamente» il «coinvolgimento stabile, duraturo e reiterato» della coppia nel business dei migranti fatti entrare illegalmente in Italia sfruttando inesistenti contratti di lavoro.

I COLLOQUI
Agli atti ci sono due conversazioni di interesse investigativo tra Nappi e il tesoriere del Pd campano. Nella prima, il leader della banda informa il commercialista che i carabinieri vogliono leggere il bilancio 2020 della sua azienda, la Arfedi, per verificare i pagamenti ai lavoratori stagionali. Nappi confessa, tuttavia, che «non li ho mai pagati... però adesso gli ho fatto gli assegni». Salvati non sembra preoccupato più di tanto («Va bene che non li hai pagati») ma anzi lo tranquillizza sui possibili rischi («Non è penale») di una simile condotta. In un'altra circostanza è ancora Nappi a svelare a Salvati jr che il contratto di affitto della sua società con tale Raffaele Del Gaudio è in realtà una messinscena, non essendo mai stato segnalato all'Inps ma solo registrato presso l'Agenzia delle Entrate. Ragion per cui, esaurito il compito fraudolento per cui era stato sottoscritto, Nappi chiede al giovane commercialista di cancellarlo in maniera «retroattiva».

Annota il giudice: «Il consulente nella circostanza gli risponde che si potrebbe provare e cita, come soluzione, la possibilità, tramite Pin, di farlo fare all'agenzia di Napoli» a cui la holding del malaffare si rivolge per sbrigare le pratiche burocratiche più complesse. Nicola Salvati è entrato a far parte della segreteria regionale del Pd nel settembre 2019 dopo aver ricoperto l'incarico di vicesindaco a Poggiomarino. Un giovane politico in carriera che aveva conquistato popolarità sui giornali placcando, dopo un inseguimento, un pazzo che, armato di una latta di benzina, voleva dar fuoco all'ufficio del sindaco perché sommerso dai debiti. «Ma non mi sento un eroe», aveva spiegato in un'intervista l'allora vicesindaco.

 

 

TESTA DI PORCO
Poche settimane dopo, Salvati si era ritrovato davanti a casa una testa di porco. Un avvertimento che qualcuno collegò a un misterioso episodio che aveva visto vittima il padre, Giuseppe, picchiato a sangue, all'uscita dall'ufficio, da quattro malviventi incappucciati che lo avevano colpito alle spalle mentre stava per entrare in auto. Un'aggressione rimasta senza colpevoli e senza movente. A quel tempo, Giuseppe Salvati era già sotto processo, a Torre Annunziata, per una maxi evasione fiscale da oltre 260 milioni di euro, realizzata col sistema delle false fatture, in qualità di revisore dei conti di un famosissimo marchio di abbigliamento della zona, prodotto e commercializzato dalla «San Diego srl». Destinatario di un divieto di dimora in provincia di Napoli, Salvati fu assolto dopo cinque anni per «non aver commesso il fatto». Corsi e ricorsi storici. Ieri intanto, il Pd ha comunicato che sarà il tesoriere nazionale Michele Fina ad assumere l’incarico anche di tesoriere regionale in Campania.

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