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"Elon Musk sta con noi": Salvini e i Patrioti a Madrid, il Mega sfida l'Europa

Fabio Rubini
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L’uscita di Elon Musk, che tanto scalpore ha suscitato soprattutto a sinistra non è una boutade del multimiliardario, ma una strategia nata mesi fa e portata avanti in stretta collaborazione con la famiglia europea dei Patrioti. Non è un caso che il grido di battaglia rilanciato dal proprietario di X, «Make Europe Great Again» sia anche lo slogan del raduno dei Patrioti che si terrà venerdì e sabato a Madrid e che era stato annunciato lo scorso 27 gennaio, in tempi non sospetti. Difficile pensare a una coincidenza. Così come non è certo un caso che ieri all’europarlamento sono stati recapitati i primi cappellini con lo slogan bene in vista. Insomma la strategia è chiara: nel fine settimana nella capitale spagnola nascerà il “Mega”, non a traino di Musk, ma in collaborazione con lui.

Un concetto che ha spiegato bene Matteo Salvini, che su X ha ricordato come il concetto di «è ora di rendere l’Europa di nuovo grande!» era stato «condiviso a Pontida lo scorso ottobre e lo ribadiremo sabato a Madrid», dove ci saranno il premier ungherese Viktor Orban, Marine Le Pen, leader del Rassemblement National francese, l’olandese Geert Wilders del Partito per le libertà, il leader spagnolo di Vox Santiago Abascal, il presidente olandese del Partito per le libertà Herbert Kickl, il ceco Andrej Babis leader di Ano e tutte le altre delegazioni che nazionali che a Bruxelles sono comprese nel gruppo dei Patrioti. Ovviamente a Madrid ci sarà anche il leader della Lega Matteo Salvini. Il progetto è chiaro: mettere assieme gli euroscettici- a oggi senza i tedeschi di Afd e Fratelli d’Italia che in Europa sta con i Conservatori - per provare a cambiare gli equilibri in parlamento e far uscire l’Europa dal torpore politico e dai ricatti ambientalisti che, nel nome del cambiamento climatico, stanno distruggendo interi settori dell’economia. Del resto già oggi i Patrioti rappresentano il terzo gruppo più numeroso a Bruxelles dopo Popolari e Socialisti.

 



L’identità di vedute tra Patrioti e Musk, però, non piace a tutti. Il vicepremier italiano Antonio Tajani, pur non demonizzando l’iniziativa («In democrazia niente è pericoloso, credo che sono idee che si devono confrontare»), ne prende le distanze: «Quella di Musk non è la mia Europa, io credo in un’Europa federale, popolare, che abbia un’anima giudaico-cristiana. Credo nel federalismo, sono un sovranista europeo e sono anche un patriota italiano ovviamente, ma poi ognuno ha le sue idee e quelle (di Musk e dei Patrioti, ndr), non sono le mie».

Chi invece non riesce proprio a darsi pace è la sinistra: dagli esponenti politici ai media di area è partita la caccia al patriota. Dopo l’uscita di Musk sul “Mega”, La Stampa parla di «internazionale sovranista», mentre Repubblica ci va giù duro, rievocando - cosa che fa un giorno sì e l’altro pure - «la galassia nera», con la quale Musk ha messo in atto «la sua chiamata alle destre», ovviamente per «far saltare l’Unione». Anche i politici di sinistra attaccano a testa bassa Musk e i Patrioti. L’ex sindaco di Bergamo, oggi europarlamentare del Pd, Giorgio Gori, spiega: «Elon Musk non è soltanto un imprenditore molto ricco e potente, né un privato cittadino che può liberamente esprimere i suoi orientamenti. È di fatto un membro della nuova amministrazione americana, il più vicino al presidente Trump. Una sua iniziativa politica, volta a riunire le ultradestre europee, rappresenta dunque una grave indebita violazione di sovranità europea da parte dell’amministrazione Usa». Scrupoli che Gori e suoi colleghi del Pd non si facevano quando il ricco imprenditore collaborava con i presidenti democratici per lanciare l’auto elettrica...

La segretaria del PD, Elly Schlein, se la prende direttamente con Giorgia Meloni: «È evidente che che tra essere i primi della classe o, diciamo, quelli con la relazione più amicale, e essere funzionali a un disegno di disgregazione dell’Europa il passo è breve» e ancora «Se si vuole fare l’interesse dell’Italia, oggi più che mai bisognerebbe puntare sull’unità europea, al superamento dell’unanimità e a un grande piano di investimenti comuni, che è una risposta che deve anticipare i dazi di Trump». Sulle barricate anti-Usa c’è anche il deputato di Avs Nicola Fratoianni: «L’idea di Europa sovranista di Musk? Non mi spaventa, ma è un disastro politico e culturale proposto da un miliardario, uno dei principali sostenitori politici ed economici delle destre più estreme d’Europa. Basti pensare a quelli che nella diretta X con Elon Musk stesso hanno detto che Hitler era un comunista...».

 

 

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