Albania, fonti del Viminale: "Posizione condivisa dal Consiglio Ue"
"Il Protocollo Italia Albania è il modello da cui partire". Il #governo nonostante la posizione dei giudici tira dritto e rivela un retroscena su quanto accaduto in Consiglio #Ue
"Il governo andrà avanti". Lo ha detto appena diffusa la notizia della mancata convalida di trattenimento dei migranti in Albania e lo ripete a ore di distanza. Sui centri italiani per il rimpatrio dei migranti l'esecutivo tira dritto "nella convinzione che il contrasto all'immigrazione irregolare che si avvantaggia dell'utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli".
A sottolinearlo fonti del Viminale, secondo cui il Protocollo Italia Albania "è il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c'è stata piena convergenza da parte dei ministri europei". Parole che arrivano dopo che la Sezione Persona, Famiglia, Minorenni e Protezione Internazionale della Corte d'appello di Roma ha sospeso il giudizio di convalida dei 43 migranti trattenuti nel centro albanese. Ma Giorgia Meloni e ministri non ci stanno. In Italia - è il ragionamento diffuso - si stia sviluppando in Italia "una giurisprudenza che appare di corto respiro destinata a essere superata dagli eventi, visto che le corti di appello scelgono di rinviare alla corte di giustizia europea sostanzialmente per prendere tempo, quando si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà al più tardi in vigore nel 2026".
Sempre secondo quanto affermano fonti del Viminale, proprio dal recente Consiglio Ue degli Affari Interni tenutosi a Varsavia questa settimana, "la posizione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è stata largamente condivisa dai colleghi presenti. I partner europei in piena sintonia con la Commissione stanno pensando di rafforzare le norme dell'Ue che sostengono le procedure in frontiera applicate anche in Albania, non solo con una anticipazione dell'entrata in vigore di alcune norme del Patto ma anche con soluzioni innovative. Gli stessi documenti discussi a Varsavia contengono un esplicito riferimento proprio al Protocollo Italia Albania come valido esempio di cooperazione innovativa con un Paese terzo".