Daniele Capezzone, l'ultimo teorema anti-Meloni: "Ecco perché Mattarella non parla"
Oggi sono due i protagonisti dei giornali. "Le due polarità della vita politica e istituzionale italiana: una ha parlato e una no, una sta in pagina e l'altra no, una sta nell'agone elettorale e l'altra no, dovrebbe svolgere una funzione di garanzia eppure questa seconda figura emerge come contraltare della prima. Stiamo parlando di Giorgia Meloni e Sergio Mattarella".
Daniele Capezzone apre così la sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di Libero. "Meloni si è collegata in video a un convegno organizzato da Nicola Porro e ha con orgoglio rivendicato la sua posizione, 'se i giudici vogliono governare si candidino'. I retroscena di ieri ci descrivevano una Meloni orientata a toni più bassi proprio dopo un colloquio con Mattarella, la giornata ci ha riservato uno scenario opposto. E su La Stampa torna un grande classico, 'Meloni sfida i magistrati'".
Dall'altra parte, come detto, c'è Mattarella. Il presidente della Repubblica non ha parlato, i giornali ci raccontano che ha raccolto grandi applausi alla scuola di magistratura di Scandicci, ma non ha pronunciato una parola. "Tuttavia -sottolinea il direttore editoriale di Libero - il quirinalista della Stampa Ugo Magri ricostruisce il silenzio di Mattarella, la pedagogia del silenzio, ecco come si fa, mostra a tutti non parlando come la pensa. Tesi francamente un po' curiosa perché sull'immigrazione parla, a favore dell'Europa parla, quando invece ci sarebbe da mettere al posto loro i giudici o come qualche tempo fa il Csm Mattarella non parla. E riscuote sempre applausi". E intanto procedono le celebrazioni liriche dei 10 anni al Colle del presidente, compreso "l'urlo di Wembley!".