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Gianfranco Fini smaschera la farsa di sinistra: "Woke, si sgretola la loro fasulla bandiera"

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A prendere la parola è Gianfranco Fini. Lo fa al Senato, in occasione del convegno "Alleanza Nazionale. A 30 anni dalla nascita della destra di governo", un'occasione per ripercorrere la parabola che, da An, ha portato ai giorni d'oggi, a Giorgia Meloni al governo.

E l'ex leader di An ricorda quello che fu uno snodo decisivo: "Nessuno sapeva della mia decisione di candidarmi a sindaco" di Roma. "A piazza Tuscolo mi venne in mente quanto detto dai nostri vecchi, 'qualche volta bisogna osare'. Il Msi aveva offerto alla Dc l'appoggio chiedendo pari dignità, dando vita a una alleanza di centrodestra che partisse dal basso, il nome era quello di Rocco Buttiglione, ma Martinazzoli disse no, quindi che poteva fare il Movimento Sociale? Osare, e quindi mi candido". "Il risultato - ricorda - fu clamoroso". 

Poi, da Gianfranco Fini, parole cariche di orgoglio: "La forza autentica della comunità di destra è che chi si colloca lì, lo fa perché non vuole vantaggi personali, questo è il filo conduttore, l'amore per l'Italia, come avrebbe detto Giorgio Almirante". E ancora: "Non si poteva chiedere a Almirante di rinnegare se stesso, ma aveva detto che non voleva restaurare il tema era la presunzione di quei partiti che tenevano fuori dalla dialettica politica una forza legittimata democraticamente", aggiunge l'ex presidente della Camera.

Infine, una riflessione: "Il tema della lotta all'immigrazione è sacrosanto, ma il tema dell'integrazione è altrettanto sacrosanto altrimenti ci si ferma sulla superficie, non si va al fondo del problema. Il tema dei diritti civili non lo possiamo regalare vita natural durante a una sinistra che non ha più argomenti e sta vedendo sgretolarsi finalmente la fasulla, volgare bandiera della cosiddetta cultura woke che secondo me è alla base del trionfo di Dpmaòd Trump, perché quando si esagera è ovvio che c'è un ritorno...", conclude Gianfranco Fini.

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