Meloni indagata, "la toppa delle toghe è peggio del buco": la denuncia di Davide Bellomo
"La toppa dell’Anm è peggiore del buco. La politica non ha frainteso proprio un bel niente sull’intervento a gamba tesa della procura di Roma contro la premier Meloni e tre membri del governo in merito al caso Almasri": a dirlo il deputato della Lega, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera. Il riferimento è all'iscrizione nel registro degli indagati della presidente del Consiglio, del sottosegretario Alfredo Mantovano, del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'indagine per favoreggiamento e peculato è stata avviata dalla procura di Roma dopo la presentazione di una denuncia per la scarcerazione del generale libico Nijeem Osama Almasri, accusato dalla Corte penale internazionale di torture.
"Se fossimo in presenza di un’iscrizione nel registro degli indagati e non di un avviso di garanzia, non ci sarebbe alcun obbligo di comunicarlo - ha spiegato Bellomo a proposito del documento ricevuto da Meloni -. Anzi, è proprio il contrario. Soltanto nel caso di un avviso di garanzia, l’indagato dovrebbe essere messo a conoscenza. E questo sì che sarebbe un atto dovuto, per potergli consentire di assistere ad alcuni atti o partecipare ad accertamenti tecnici che altrimenti gli sarebbero negati. Una comunicazione, dunque, a esclusiva difesa dell’indagato. È evidente, quindi, che ci troviamo di fronte a una vicenda dove il diritto lascia pericolosamente il campo al pregiudizio politico".
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Il leghista, poi, non ha potuto fare a meno di notare che questa situazione si è presentata proprio mentre in Parlamento si discute la riforma della Giustizia. "Una cosa ancora più aberrante se avviene mentre si discute in Parlamento una riforma importante per dare ai cittadini un processo più giusto e più imparziale - ha detto Bellomo -. Sarebbe davvero molto grave se si trattasse di una risposta immediata a una iniziativa legislativa che non piace a una certa magistratura. Il potere giudiziario non può essere svilito a interesse di parte o, peggio ancora, a vendetta di casta. Forse è arrivato davvero il momento di voltare pagina".
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