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Meloni indagata, l'avvocato Li Gotti? Si sente vicino al Pd: "Perché ho fatto la denuncia"

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Anche se la denuncia è stata presentata venerdì scorso, la notizia è diventata di dominio pubblico soltanto ieri, martedì 28 gennaio. Giorgia Meloni, in un video postato sui social, ha raccontato di aver ricevuto l'avviso di avvenuta iscrizione, mandato a lei, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, Alfredo Mantovano, al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e a quello dell'Interno, Matteo Piantedosi. Come riporta il Corriere della Sera, l'avvocato Luigi Li Gotti - colui che ha presentato la denuncia - ha motivato il suo gesto come atto di "dignità". "Quando ho letto le bugie che venivano dette sulla storia del generale libico Almasri mi sono detto: ma perché prendere in giro i cittadini? Allora non era meglio stare zitti? Opponevi il segreto di Stato su tutta la vicenda e la storia finiva lì", ha spiegato il legale.

"Dicono che Almasri è stato espulso per motivi di sicurezza, perché scarcerato dalla Corte d’appello - ha proseguito -. Ma la Corte ha sollecitato il ministro. Ha cercato l’interlocuzione. Lui non ha risposto. È stato inerte. Ma era già tutto organizzato. E la prova è che nel frattempo un Falcon è stato mandato a Torino. Allora perché il ministro dice che stava consultando il fascicolo?". L'avvocato Gotti ha poi ammesso la sua lontananza politica "dalla destra". Anche se ha un trascorso nel Movimento sociale italiano. "Sono stato sottosegretario alla giustizia nel governo Prodi II, portato dall’Italia dei valori - ha ricordato -. E poi senatore Idv. Ma se la vogliamo dire tutta a sedici anni ero presidente della Giovane Italia. Poi sono stato consigliere comunale a Cosenza del Movimento sociale e segretario di federazione Msi. Ho fatto parte del consiglio nazionale del Fronte della gioventù. Ma parliamo degli anni Settanta. E poi io ero della corrente di Sinistra Nazionale che faceva capo a Filosa e poi a Nicolai che era socialista", ci tiene a precisare. Iscritto ad An fino al 1998, ha sottolineato: "Mi iscrivevano automaticamente gli amici ma da quando sono arrivato a Roma nel ’74 di politica non ne ho più fatta".

Nel suo passato, quindi, c'è stata anche una parentesi politica. "Ho aderito a Idv con Di Pietro, contro le leggi ad personam, e ho fatto il sottosegretario alla Giustizia. Prodi non l’ho mai incontrato", ha precisato. Ora, come ha dichiarato al Corriere, sostiene di sentirsi vicino al Pd. Ma assicura che la denuncia non l'ha presentata per motivi politici. "Ho fatto una scelta giudiziaria. Da comune cittadino, non posso chiedere dimissioni. Ho visto aspetti di possibile reità e ho fatto una denuncia, doverosa", ha ribadito a Radio 24.

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