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Meloni indagata, la surreale reazione della piddina Zampa: "Lasci stare Prodi"

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Giorgia Meloni, insieme al ministro Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e al sottosegretario Alfredo Mantovani, ha ricevuto un avviso di garanzia per la vicenda riguardante il cittadino libico Almasri. Tanti gli attestati di solidarietà da parte degli alleati di governo. Ma non solo. Carlo Calenda, che in teoria è all'opposizione, ha parlato di un fatto "surreale" che il presidente del Consiglio venga indagato per una questione del genere. "Non un bello spettacolo", ha chiosato.

Il Pd e il M5s, invece, hanno atteso un'oretta per commentare la notizia della giornata. La prima a intervenire dal Nazareno è stata la dem Sandra Zampa che, invece di parlare della vicenda giudiziaria in sé, ha difeso a spada tratta Romano Prodi. Giorgia Meloni, infatti, aveva nominato l'ex premier perché molto vicino Luigi Li Gotti, l'avvocato che ha presentato la denuncia alla Procura di Roma. 

 

 

“Con le sue parole che tirano in ballo più che a sproposito il presidente Romano Prodi, la premier Meloni conferma due cose: di non conoscere l’ABC del rispetto istituzionale e di avere evidentemente maturato una strana ossessione nei confronti di Prodi - ha detto Zampa -. Bastano due dati a smentirla: la carriera politica di Li Gotti è cominciata con il Movimento sociale italiano ed è proseguita in Alleanza nazionale. Li Gotti ha certamente frequentato per un tempo assai più lungo ambienti vicini a Meloni che al centro sinistra. Ha poi aderito a Italia dei valori e dal segretario di quel partito è stato indicato come sottosegretario del secondo governo Prodi. Ma tra Li Gotti e Romano Prodi non vi è stata nessuna amicizia o conoscenza particolare, tanto è vero che non hanno più avuto rapporti dal 2008. Anche stavolta Meloni, con le sue ossessioni, ha sbagliato bersaglio”.

 

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