Meloni in Bahrein: "Non è una visita di cortesia. E capisco Trump"
Prosegue il viaggio di Giorgia Meloni in Medio Oriente. Dopo l'Arabia Saudita è il turno del Bahrein. Una tappa - tiene a precisare il premier - che "risponde più o meno alla stessa strategia" del viaggio precedente. "Il Bahrein, infatti, è presidente di turno della Lega Araba, ed è un paese molto impegnato, in particolare, sulla materia del dialogo interreligioso".
Orgogliosa più che mai, Meloni tiene a precisare che "questa era una vista molto importante, non si tratta semplicemente di una visita di cortesia. Sono occasioni che ci consentono di lavorare per risultati concreti per l'Italia, abbiamo elevato la nostra collaborazione al partenariato strategico, con un consiglio che si riunisce periodicamente e fa stato degli avanzamenti del lavoro comune per materie come energia, difesa, investimenti reciproci, archeologia. Tra intese governative e quelle con enti pubblici privati, si viaggia intorno ai 10 miliardi di dollari". Insomma, "è l'inizio di una fase nuova con questo importate attore del Golfo e del Mediterraneo allargato".
D'altronde, l'Arabia Saudita è un attore "che nel Medio Oriente ma anche in Africa può avere e ha un ruolo molto importante di stabilizzazione e di normalizzazione, quindi sicuramente è un interlocutore con il quale è importante lavorare insieme". Incontrando la stampa ad Al-Ula. Meloni sottolinea il "ruolo chiave" giocato dai sauditi in Libano "nel lavoro che si sta facendo per rafforzare le istituzioni libanesi", e in Siria.
Non solo, perché "il costo del petrolio può essere uno degli elementi di pressione. Per il conflitto in Ucraina, penso che tutto quello che può spingere la Russia a sedersi al tavolo sia interessante". Da qui anche il richiamo ai dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump: "La questione del surplus commerciale non è una questione che nasce con la presidenza Trump, è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso".
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Un esempio? "Nel 2023 tra Europa e Stati Uniti nel commercio di beni c'era un surplus a favore dell'Europa di oltre 150 miliardi. È un dato importante e comprendo il punto di vista degli Stati Uniti: è la stessa questione che ad esempio noi poniamo nei confronti della Cina. Dopodiché se si andasse a guardare al dato più complessivo e si coinvolgesse, ad esempio, il tema del commercio dei servizi allora lì ci sarebbe un surplus commerciale a favore degli Stati Uniti di circa 100 miliardi a dimostrazione che si tratta di economie complementari e interconnesse".