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La pazza idea: Meloni a casa e Sinner squalificato

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Succede che a tavola si incrociano i maccheroni con Jannik Sinner, lo spezzatino con Giorgia Meloni e infine, quando la bicchierata diventa in “vino veritas”, i due vincenti della scena internazionale diventano improvvisamente il bersaglio dei rosiconi, che non sono una sigla astratta, ma un partito visibile, con un programma politico che può essere tradotto in “tanto peggio, tanto meglio”.

In una diretta parallela, tra il Medio Oriente e l’Oceania, ieri Meloni firmava accordi economici per 10 miliardi di dollari con l’Arabia Saudita, mentre Sinner vinceva il suo terzo torneo dello Slam in Australia.

È l’Italia che vince e infila in contropiede tutti i pessimisti che ammorbano ogni discorso, legioni di menagrami che hanno costruito carriere lucrando sul luogocomunismo. Contro Giorgia e Jannik si muovono le stesse forze: giudici interessati a far naufragare il loro talento, tribunali anti-italiani al servizio dello straniero (guardate il risiko bancario, la manina del nemico è a Parigi), soggetti che da sempre guadagnano scommettendo contro l’Italia. Squalificare Sinner, mandare a casa Meloni, ci sarà da divertirsi con l’Italietta sfascista.

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