Kimbal Musk, il fratello di Elon a Palazzo Chigi manda in tilt la sinistra
Antimuskismo, malattia senile del progressismo. Ormai è una saga quotidiana, un’isteria collettiva, un allucinato appello a resistere, resistere, resistere contro la sagoma dell’Uomo Nero che si staglia sopra la nostra democrazia. L’Uomo Nero sarebbe poi un libertario con venature anarco-capitaliste di purissima tradizione anglosassone, che con le nostalgie strapaesane c’entra come chi scrive col lancio del giavellotto, ma non importa. Non è la verosimiglianza, il canone di questo romanzone, ma la reiterazione dell’allarme per il piacere di suonarlo: è quel (poco) che resta a un’opposizione che ormai è un piccolo mondo antico.
Ieri il romanzone ha conosciuto una variante: Elon non solo è chiaramente un gerarca neofascista, ma anche un Superboss mafioso, e infatti ci ha spedito suo fratello Kimbal per recapitarci non meglio precisati pizzini. È stata più o meno la sobria reazione del “campo stretto” (soprattutto mentalmente) alla visita in Italia di Kimbal Musk, fratello dell’Innominabile, a sua volta imprenditore e tipino niente male (i due iniziarono insieme fondando Zip2, un software che sviluppava guide cittadine online per l’industria editoriale), che ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro della Cultura Alessandro Giuli e anche, per «una veloce stretta di mano», la premier Meloni. C’è stato poi anche un confronto col ministro Matteo Salvini, il che ovviamente ha ulteriormente agitato l’opposizione. (...)
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