Vincenzo De Luca, tre "cambiali" per il ritiro: cosa ottiene dal Pd
Il terzo mandato sempre più lontano. Dopo la decisione del governo Meloni di ricorrere in Corte Costituzionale per affossare la legge campana, Vincenzo De Luca deve prendere atto che una sua ricandidatura alla guida della Regione è infattibile. E non lo è solo per volontà dell'esecutivo. Anche il Partito democratico si è detto contrario, mettendo De Luca di fronte alla realtà dei fatti: fare un passo indietro. Qualora però il dem lasciasse, il conto da presentare ai colleghi sarebbe salatissimo. Sì perché lo "sceriffo" avrebbe redatto una lista di richieste per sistemare i fedelissimi. Altrimenti in Campania sarà guerra stellare proprio contro il Pd.
In particolare sono tre le cambiali che Elly Schlein deve pagare. La primo, riporta il Giornale, è la successione in Regione. De Luca infatti chiede un nome pescato tra la sua cerchia per la guida della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni regionali. Nomi come il vicepresidente Fulvio Bonavitacola e l’assessore alla Scuola Lucia Fortini. Nell’accordo nazionale però la Campania spetta a un candidato grillino. Poi c'è Il secondo punto: il figlio Piero. Il primogenito del governatore è alla seconda legislatura, non si è mai infilato nella guerra tra il padre e la segretaria Schlein. A riguardo De Luca senior chiede ampie garanzie affinché il posto nel listino per il figlio sia blindato. Anche in questo caso le difficoltà non mancano, dato che dal Nazareno le definiscono "Trattativa molto complicata".
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Il terzo punto è il ritorno di De Luca nella sua città: Salerno. Un ritorno in grande stile, ossia come sindaco. In questo caso il dem chiede la strada spianata verso il quinto mandato da sindaco di Salerno, visto che è stato già per ben quattro volte primo cittadino. Intanto non resta che aspettare il verdetto dei giudici della Corte Costituzionale.