Udine, slavina su Pd e M5s: il sindaco indagato per "corruzione elettorale"
Non bastava Alessandra Todde. Il fu campo largo si trova di nuovo alle prese con una brutta gatta da pelare. A Udine, il sindaco della giunta di centrosinistra, Alberto Felice De Toni e l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Ivano Marchiol, sono sotto accusa per corruzione elettorale. La Procura sta indagando su un patto siglato tra i due dopo il primo turno delle amministrative. De Toni correva per il ballottaggio contro l'uscente Pietro Fontanini, candidato del centrodestra e in vantaggio alla prima tornata elettorale con il 46,5 per cento contro il 39,7.
Come ricorda il Tempo, Marchiol - candidato grillino a sindaco di Udine - si sarebbe impegnato a portare il suo pacchetto di preferenze per far eleggere il candidato "giallorosso" in cambio di due assessorati. Tanto che De Toni, dalle urne del 16 e 17 aprile 2023, ne uscì vincitore. L'esponente dei Cinque Stelle venne poi nominato dal neo sindaco assessore ai Lavori pubblici e Chiara Dazzan, consigliera eletta con la lista del grillino, come titolare dello Sport. Era già tutto scritto, nero su bianco. "Al fine della realizzazione dei punti fin qui elencati e per un lavoro efficace sul tema della riorganizzazione dello spazio urbano riteniamo opportuno che le deleghe specifiche inerenti i lavori pubblici, la mobilità, la partecipazione debbano essere oggetto di referati guidati dalla coalizione di riferimento che ha portato alla candidatura di Marchiol Sindaco", si legge nell'accordo.
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L'opposizione ha parlato di una sorta di "voto di scambio". E, quando lo scorso giugno ne venne a conoscenza, presentò un esposto alla Procura di Udine, rilevando presunte irregolarità e violazioni delle leggi per la composizione e l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali. "Posso dichiararmi estremamente tranquillo. L'accordo con Marchiol, di natura evidentemente politica, è stato pubblico e alla luce del sole e quindi ritengo non abbia alcuna rilevanza penale", ha detto il primo cittadino.