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Acca Larentia, indagano sul rito dei saluti romani ma non sui morti della strage
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Ma che roba è quest’indagine sui fatti di Acca Larentia? Mica quelli del 1978, quando il 7 gennaio furono assassinati tre ragazzi, le cui età messe assieme non raggiungevano i sessant’anni. No, la Digos indaga, i pm perseguiranno, i giudici decideranno sui destini di un migliaio di persone – 1300 ne hanno contate con una precisione degna di miglior causa – ree di aver commemorato, con un rituale che va avanti da 47 anni, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Con il braccio teso e gridando Presente!
Una manifestazione durata cinque lunghissimi minuti. Forse anche meno. Ma per gli inquirenti – che probabilmente sentono sul collo il fiato e il dominio di incanutiti resistenti in servizio permanente effettivo – il crimine è evidente. CasaPound indicata come l’architetto dell’operazione e il gioco è fatto. Tutti in galera non appena si costruirà un carcere tutto per loro. Ma quant’è ridicola questa escalation giudiziaria?
Eppure la domanda più giusta da porsi sarebbe un’altra: perché i saluti romani sono più importanti della giustizia che non c’è per quei Caduti? Eh già, quasi mezzo secolo non è bastato per indagare, accertare, incriminare i responsabili della strage di via Acca Larentia. E voi vi state lamentando se una volta l’anno una cerimonia laica ricorda il sangue versato? (...)
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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