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Alessandra Todde, il trucchetto della sinistra per salvare la presidente dalla decadenza

Pietro De Leo
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Il Movimento 5 Stelle, ma non Giuseppe Conte, prova a fare quadrato attorno alla Presidente della Sardegna Alessandra Todde. Il Pd accampa una difesa d’ufficio, ma serpeggia una certa indignazione tra i dem isolani (e non solo) per una gestione degli adempimenti intorno alle spese elettorali evidentemente caratterizzata da pressappochismo. Ieri sera, con la Presidente sarda (prima e al momento unica esponente del Movimento a ricoprire questo ruolo) si è schierato l’ex Terza Carica dello Stato Roberto Fico, fedelissimo del leader: «Sta facendo un lavoro importante in Sardegna - ha scritto di lei postando una foto su Instagram che li ritrae insieme- un lavoro serio di discontinuità e di rinnovamento. Il suo impegno quotidiano è importantissimo per le cittadine e i cittadini sardi. Sono convinto che Alessandra per la Sardegna sia irrinunciabile».

C’è anche chi, sempre in casa pentastellata, la butta su un grande classico, ovvero il complottismo come spiegazione di tutte le difficoltà. Dice la deputata Emma Pavanelli: «È forte il sospetto che continua a prevalere la paura di avere in Sardegna una presidente con le mani libere e lontana dalle solite logiche clientelari». Dal Pd, invece, ieri ha parlato la capogruppo alla Camera Chiara Braga: «Siamo assolutamente al fianco della presidente Todde. Abbiamo massima fiducia nel suo operato alla guida della Regione Sardegna e nella possibilità di chiarire gli aspetti formali che sono stati sollevati rispetto alla rendicontazione». E ha aggiunto: «Sappiamo che i legali stanno lavorando. Tutto il Pd a livello locale e nazionale è al fianco del lavoro della presidente Todde».

Certo è che l’esigenza politica nel campo del centrosinistra prevale su tutto, e risiede nella necessità di evitare il ritorno al voto in una Regione dove già la vittoria fu di strettissimo margine, e i primi dieci mesi di amministrazione si sono contraddistinti per incagli e difficoltà. L’iter giuridico istituzionale, ora, è alquanto complicato. Da un lato c’è il ricorso, annunciato dalla stessa Todde com’è nelle sue facoltà, presso il tribunale ordinario. Dall’altro lato ci sono gli eventuali effetti della trasmissione degli atti alla Procura. Poi c’è l’altro aspetto, che è forse quello più determinante, e cioè l’esame dell’ordinanza di ingiunzione sulla decadenza da parte del Consiglio Regionale. Questo passaggio, però, vede l’iter del vaglio preliminare da parte della Giunta delle elezioni, già formalmente investita del dossier, che ha 90 giorni di tempo per decidere sulla questione.

 

Equi potrebbe anche scattare una “soluzione”, meglio tradotto come escamotage, per evitare il voto “o dentro o fuori” del consiglio. E cioè, come rivelato dall’Agi, l’organismo potrebbe dichiararsi non competente a decidere sulla decadenza della Presidente. A quel punto, quando la palla passerà all’Aula, questa sarebbe chiamata a decidere non sulla decadenza ma sulla competenza dell’organismo. Dunque, una strada per dribblare una decisione di prima battuta, mossa che potrebbe allungare di molto i tempi. In questo clima, intanto, la Commissione competente del consiglio regionale oggi inizierà l’esame del disegno di legge regionale di riordino del sistema sanitario.

E la polemica sul caso si allarga. Infatti, una bordata in direzione Cagliari è arrivata dal Presidente della Liguria, Marco Bucci. «Deve assolutamente dimettersi», ha tuonato riguardo a Todde. Quanto accaduto, infatti, «mi sembra allucinante». Bucci ha chiesto parlando con l’agenzia Dire: «Se avessi fatto io una cosa del genere, cosa direste voi? Vi rendete conto dei due pesi e delle due misure? Io sono veramente allibito del fatto che né Elly Schlein né Giuseppe conte abbiano detto una parola. Sono cose gravi, ma stanno tutti zitti». Di tutte risposta, il capogruppo in Consiglio Regionale ligure Stefano Giordano a annuncia: «Anche in Liguria, nella giunta per le elezioni, stiamo analizzando alcune cose su alcuni consiglieri che sembrerebbe siano ineleggibili. Vedremo quello che c’è da fare, ma non ci siamo strappati i capelli come qualcuno ha fatto in Sardegna contro Alessandra Todde».

 

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