Alessandra Todde rischia il posto per i suoi errori
Prova a rilanciare la Presidente della Sardegna Alessandra Todde, dopo la pronuncia del Collegio Regionale di Garanzia elettorale che ha dichiarato la sua decadenza da consigliera, cui poi seguirebbe anche quella da guida della Giunta e di conseguenza si dovrebbe tornare al voto. Pronuncia, scriviamo per chi non avesse seguito la prima puntata, che è ricorribile al tribunale ordinario e che in ogni caso dovrebbe passare attraverso i voti del Consiglio. Tuttavia, è uno scossone sul piano politico in una maggioranza di sinistra già solcata dalle difficoltà. E proprio sul versante politico ha posto l’accento, Alessandra Todde, in una conferenza stampa dove ha provato a reagire. «Ho sentito Conte e Schlein» ha detto l’esponente pentastellata «chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza, che ovviamente stanno lavorando per sostenermi. Credo che queste cose debbano essere affrontate nella misura in cui accadono, con la forza della verità e dei fatti, io so lavorare solo così».
Ieri dai due tronconi principali del “campo largo” dell’Isola, i dem e il Movimento, si stringono sulla presidente. «Saremo sempre al suo fianco in questo percorso, con grande rispetto e massima fiducia nel lavoro della magistratura. L’onestà e la credibilità di Alessandra non sono minimamente messe in discussione», dicono i contiani a proposito della presidente. Il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Roberto Deriu ha osservato: «Siamo fiduciosi. La presidente Alessandra Todde dimostrerà la correttezza della propria condotta e il nostro lavoro a vantaggio della Sardegna». All’attacco, invece, il centrodestra: «Ovviamente bisognerà approfondire la vicenda, esaminando ogni dettaglio. Sappiano però i grillini o ex tali che non faremo sconti a nessuno», afferma il responsabile enti locali di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Più duro è invece Pietro Pittalis, che degli azzurri è il coordinatore in Sardegna: «La decisione del Collegio regionale di garanzia elettorale sulla decadenza di Alessandra Todde dalla carica di consigliere regionale, e dunque anche da quella di presidente della Regione Sardegna, potrebbe avere effetti deleteri per gli interessi del territorio e della collettività. Stante la decadenza, infatti, ostinarsi a proseguire in tale incarico comporterebbe l’adozione di provvedimenti illegittimi». Dunque «invitiamo il presidente Todde a non sottovalutare la gravità della situazione e a fare un passo indietro». Tornando alla diretta interessata, in conferenza stampa ha respinto le contestazioni del collegio: «Abbiamo una posizione completamente diversa rispetto a quella della Corte d’Appello, che sarà discussa nella sede opportuna. Quello che posso dire è che io sono assolutamente certa della legittimità del mio operato e che i miei atti sono stati corretti». E ha aggiunto: «Sono serenamente al lavoro dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, la piena fiducia ovviamente su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni». E ancora ha assicurato: «Ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò».
Cosa viene contestato alla Presidente? Sette punti. Tra cui la mancata nomina del mandatario, una dichiarazione depositata che non consentirebbe di distinguere quali spese sono state sostenute come candidata presidente e quali altri come candidata consigliere del Movimento; dalla lista movimenti bancari non risultano i nominativi dei soggetti che hanno provveduto ai finanziamenti. «Non c’è nessuna irregolarità sostanziale - ha affermato all’Ansa l’avvocato Benedetto Ballero, che rappresenta Todde - ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza». E spiega: «La cosa certa è che per scelta prioritaria, la Presidente non ha ricevuto un contributo né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi ovviamente non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale». Peccato, però, che proprio lei stessa, qualche tempo fa intervistata a Piazzapulita da Corrado Formigli aveva affermato: «Mi sono pagata gran parte di questa campagna elettorale, e questa è una grande libertà».
Gli sviluppi si vedranno nelle sedi opportune. In attesa del consiglio che, come ricordato anche dal Costituzionalista Stefano Ceccanti, già deputato del Pd, è l’organismo che «si deve esprimere con voto decisivo». Di certo, per la prima presidente di regione del Movimento 5 Stelle continua un percorso a ostacoli in attesa di spegnere la prima candelina dalla vittoria elettorale dello scorso febbraio. Un anno costellato di difficoltà e polemiche. Dagli scontri intorno alla moratoria di 18 mesi sugli impianti di rinnovabili al ritardo sul bilancio, per cui è stato votato dal Consiglio un mese di esercizio provvisorio. E il dibattito interno alla maggioranza, non sempre pacifico. Al di là del fatto che i tempi per decidere della decadenza rischiano di non essere brevi, la vicenda non semplifica il quadro.