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Piantedosi spezza i sogni della sinistra: "Presto ripartiranno i trasferimenti in Albania"

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"Sulla questione dei centri in Albania per i migranti "hanno pesato le prime decisioni di alcuni magistrati che hanno trovato una prima, importante smentita in una recente pronuncia della Cassazione. Noi confidiamo di aver gettato le basi per il superamento di qualsiasi dubbio con il recente intervento normativo sui cosiddetti 'paesi sicuri'. E su queste basi contiamo di riprendere al più presto i trasferimenti, che in questi giorni non sono necessari perché sta funzionando molto bene l’azione preventiva di contrasto delle partenze dalla Libia e dalla Tunisia". In un’intervista a 'La Stampa', il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sul tema dei migranti e dei centri in Albania usa parole chiare: "Sono inoltre certo che le prossime decisioni della Corte di giustizia europea affermeranno le ragioni del diritto e quello che è ormai chiaro a livello europeo: quei centri sono un tassello importante della strategia di contrasto all’immigrazione irregolare - sottolinea - Una di quelle ’soluzioni innovativè tanto invocate dal Consiglio europeo al fine di combattere l’immigrazione illegale gestita dai trafficanti di esseri umani". Il ministro sottolinea che "nel 2024 abbiamo ridotto gli arrivi irregolari del 60% rispetto all’anno precedente e del 38% rispetto al 2022. Per il secondo anno di fila aumentano i rimpatri degli immigrati espulsi, con un incremento di un ulteriore 16%. Sono risultati frutto di mirate azioni messe in campo dal Viminale, tra le quali una stretta cooperazione con le Forze di polizia dei Paesi di origine e transito che in due anni ha consentito di bloccare le partenze di 192mila migranti irregolari che dalla Libia e dalla Tunisia erano diretti sulle nostre coste. Stiamo inoltre sostenendo questi stessi Paesi nei progetti di rimpatri volontari assistiti di migranti dal loro territorio, rimpatri che nel 2024 sono stati oltre 21mila".


Quanto alle polemiche sul caso Albania e le toghe, Piantedosi osserva: "Ho sempre nutrito ed espresso fiducia nella giustizia e rispetto per la magistratura, ma è stato evidente a tutti che alcuni magistrati abbiano pubblicamente e anche preventivamente espresso contrarietà a questa come ad altre iniziative del governo per contrastare l’immigrazione irregolare. A ogni modo, abbiamo deciso di ribattere scegliendo la via del ricorso alle giurisdizioni superiori contro le loro decisioni e adeguando la normativa". Quanto al caso Open arms e all’assoluzione di Matteo Salvini, Piantedosi conclude: "Concorsi in prima linea alla gestione di quell’evento e mi rimase impresso l’atteggiamento equivoco e ostile che ebbe quella Ong nell’occasione. Mi apparve prevalentemente orientato a condizionare la politica del governo dell’epoca sul contrasto all’immigrazione irregolare. Il processo che ne seguì, a causa soprattutto all’improvvida decisione del Parlamento, ebbe a oggetto la linea politica di un governo e come tale a mio avviso non avrebbe mai dovuto neanche cominciare. L’assoluzione di Salvini ne è la logica conseguenza. La ragione, ancor più della giustizia è come l’araba fenice: prima o poi riemerge". 

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