Meloni, l'annuncio di Ivanka Trump manda ai matti i gufi di sinistra. E Rampini...
"Il presidente americano Donald Trump ha invitato il primo ministro italiano Giorgia Meloni alla cerimonia d'inaugurazione". Così, con un "let's go" finale, Ivanka Trump, figlia del tycoon che a gennaio tornerà alla Casa Bianca, ha annunciato sui social la partecipazione della premier alla cerimonia d'insediamento.
Un entusiasmo che, immaginiamo, farà masticare amaro chi a sinistra sperava in rapporti gelidi tra Palazzo Chigi e Washington vista la collaborazione tra Meloni e il democratico Joe Biden. Il legame tra Meloni, Trump ed Elon Musk, invece, è più che solido.
"Il presidente Giorgia Meloni rappresenterà un ponte tra l'Europa e l'America del presidente Donald Trump. La nostra nazione è sempre più centrale nello scenario internazionale", esultano su X quelli di Fratelli d'Italia, non a caso.
Tra i progressisti di casa nostra, costretti a incassare la "benedizione" di Trump alla premier e la sua incoronazione a "leader più potente d'Europa" da parte del sito Politico.eu, c'è già chi prova a fare il profeta di sventura.
"Da quando Meloni è diventata aggressiva": l'ultima sparata di Elly Schlein è un clamoroso autogol
"Il 2025 presenterà dei test ardui per l'asse Trump-Meloni", ma "partendo da aspettative elevate c'è il rischio di delusioni", scrive Federico Rampini in un editoriale sul Corriere della Sera in cui sottolinea che "è diffusa l'opinione, tra osservatori americani o europei, che l'Italia sia destinata ad avere un felice rapporto con il Trump Due" dal momento che Meloni "viene annoverata nel trio dei leader 'vincitori' dopo la rielezione del repubblicano, insieme con il presidente polacco e il premier ungherese" e "di questi Paesi l'Italia è il più grande, l'unico fondatore dell'Unione europea, ed è la seconda potenza manifatturiera del continente. Tutte ragioni per avere una posizione privilegiata nel nuovo capitolo delle relazioni che si aprirà dopo l'Inauguration Day del 20 gennaio".
"Bisogna essere pronti, servono armi": Giorgia Meloni mette nel mirino la Russia di Putin
Per Rampini, l'affinità politica e culturale tra Meloni e Trump è "evidente" così come "la simpatia personale, che coinvolge pure Musk", ma alcuni "scogli" mettono a rischio questi rapporti, a partire dalle spese per la difesa, con Trump che intenderebbe presentarsi al summit Nato a giugno chiedendo che i Paesi membri spendano il 5% del Pil. "Ma l'Italia è tra gli ultimi, non ha neppure avvicinato il 2% (e bisogna domandarsi perché)", prosegue il giornalista, secondo cui anche sul fronte economico potrebbero sorgere dei problemi.
"Trump chiede all'Europa un aggiustamento degli squilibri commerciali. L'Italia vanta uno dei più grossi attivi nell'interscambio con gli Stati Uniti. Dovrebbe importare più gas naturale, suggerisce Trump. Anche questo non è semplice", sottolinea Rampini, sostenendo che "la questione militare è la più spinosa" e "scelte onerose si impongono a prescindere da Trump". "Pensare che il rapporto Trump-Meloni sarà idilliaco a prescindere è una scommessa - conclude Rampini -. È possibile che Trump voglia fare sconti agli amici, ma non vanno sottovalutate la sua natura 'transattiva' e la sua fretta di sbandierare vittorie a vantaggio dell'America".