Quanti sospetti sul libro che loda i comunisti. Viola Ardone e "Il treno dei bambini", cosa non torna
È una storia commovente e strappalacrime quella del piccolo Amerigo, il ragazzino protagonista del romanzo di Viola Ardone Il treno dei bambini e divenuto anche un film, diretto da Cristina Comencini, uscito su Netflix lo scorso 4 dicembre. Due donne di cultura progressista che riportano alla luce un’operazione socio-didattica – far ospitare bambini del Sud in difficoltà da famiglie del Centro-Nord – che dà lustro alla storia del partito dei comunisti italiani.
Nel libro e nel film Amerigo è accolto dalla sindacalista partigiana Derna e poi con lei resterà non rassegnandosi al ritorno nella famiglia di origine. Umanitarismo e politica si fondono dunque in questa sorta di feuilleton storico-propagandistico. Il ragazzino tratto dall’ignoranza e dalla sporcizia dei bassifondi di Napoli giungerà al successo grazie all’opera illuminata del Pci.
Il fatto è che Amerigo esiste davvero e si chiama Americo Marino e ha fatto causa a Viola Ardone perché a suo avviso nel romanzo Il treno dei bambini sua madre e lui stesso vengono dipinti in modo non veritiero. Così si è rivolto all’avvocato Roberto Paradisi per chiedere alla Ardone e alla Einaudi– che pubblicò il romanzo nel 2019 – un cospicuo risarcimento danni o perlomeno di ritirare il libro dal commercio (una causa penale è già stata archiviata).
Ma il libro è ormai un best seller e la sua autrice, forte della fama conquistata, afferma che il suo Amerigo con il vero Americo non c’entra nulla, è tutto frutto della sua fantasia, anche se in diverse interviste aveva ammesso di essersi ispirata a una storia reale. Ha cambiato però alcuni dettagli: il suo Amerigo infatti parte da Napoli mentre quello vero da San Severo. Il bambino nel romanzo va a Modena mentre il vero Americo va a Ancona. Il primo diventa violinista e il secondo invece farà il barbiere.
Però la mamma adottiva di entrambi è la sindacalista Derna Scandali, anche lei personaggio reale. Ma le coincidenze non si fermano qui. Ardone ha tratto ispirazione per il suo romanzo da un libro che racconta proprio la storia del vero Americo e di altri bambini che hanno vissuto la stessa esperienza.
Si intitola I treni della felicità e lo ha scritto l’antropologo Giovanni Rinaldi nel 2009. Quando Rinaldi si è accorto di avere fornito il canovaccio al libro di Viola Ardone, che però non lo ha citato mai, ha ottenuto dalla casa editrice grazie a una diffida legale che almeno il suo testo fosse menzionato tra le fonti bibliografiche.
E il vero Americo? «Lui vuole riabilitarsi agli occhi di chi ha letto il romanzo – spiega il suo avvocato – perché il ritratto della sua infanzia non è veritiero e anzi lui lo considera diffamatorio». Americo non ha mai raccolto stracci e non tagliava la coda ai topi per poi rivenderseli come criceti. Sua madre non faceva il contrabbando, non era analfabeta e non aveva un amante. Umili origini sì, ma dignitose. «Non credete a ciò che ha scritto Viola Ardone – afferma Americo Marino – perché ha messo in cattiva luce la mia famiglia».
Si dirà: perché Americo non ce l’ha anche con Giovanni Rinaldi che per primo ne ha narrato le vicende? Semplice. Perché Rinaldi gli ha parlato, lo ha ascoltato, non ha romanzato nulla in negativo. Lo stesso Rinaldi scrive sul suo blog: «Americo mi ha regalato la sua storia, la sua vitae, a lui riconoscente, l’ho trascritta per farla conoscere a tutti, non nascondendo il suo nome e il suo cognome». Quanto al romanzo di Viola Ardone per Rinaldi «Americo e Derna meritavano di essere anche solo in un rigo ringraziati, e non colpevolmente e coscientemente definiti dall’autrice del romanzo, in ogni intervista, in ogni intervento, “miei personaggi di fantasia”».
Ricapitolando, dunque, nel libro di Ardone frutto di fantasia sono i particolari che il vero Americo ritiene offensivi mentre tutto il resto è storia vera, già raccontata da Rinaldi e rielaborata in chiave romanzesca senza neanche lo sforzo di una citazione. «Ardone è una scrittrice affermata che ha dietro un colosso come Einaudi, Americo è figlio di contadini, ma ha anche lui i suoi diritti ed è quello che intendo dimostrare», chiosa l’avvocato Paradisi. Intanto Il treno dei bambini galoppa verso un successo planetario e a Francoforte ha ottenuto più di trenta traduzioni in giro per il mondo.