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Cecilia Sala, "riportarla a casa al più presto": interviene la Meloni

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"Riportare a casa al più presto la giornalista italiana": Giorgia Meloni interviene sul caso di Cecilia Sala, arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre. In una nota ufficiale di Palazzo Chigi si legge: "Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana. D'accordo con i suoi genitori, tale obiettivo viene perseguito attivando tutte le possibili interlocuzioni e con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani".

Stando a quanto trapelato finora, dietro l'arresto ancora senza motivazioni ufficiali della Sala potrebbe esserci una vendetta. In particolare, la firma del Foglio potrebbe essere stata utilizzata dal governo di Teheran come "merce di scambio" con l'Italia e gli Stati Uniti. Il nome-chiave che spiegherebbe le ragioni per cui la Sala sia finita nel carcere di Evin sarebbe quello di Mohammad Abedini Najafabadi, uno dei due cittadini iraniani arrestati lo scorso 16 dicembre all'aeroporto di Malpensa. L'uomo è attualmente detenuto in regime di stretta sorveglianza: una misura presa per evitare rischi alla sua incolumità ma anche per via del pericolo di fuga. Abedini, 38enne di Teheran, è stato bloccato su ordine della giustizia americana all'aeroporto milanese dove era appena atterrato da Istanbul. 

L'altro uomo al centro di questa vicenda, Mahdi Mohammad Sadeghi, cittadino statunitense-iraniano di 42 anni, è stato invece fermato negli Usa. Entrambi sono accusati dai procuratori della Corte federale di Boston di cospirazione per esportare componenti elettronici dagli Stati Uniti all'Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni. Abedini è accusato anche di aver fornito il supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerate dagli Usa una organizzazione terroristica, causando indirettamente la morte di tre militari statunitensi, uccisi da un attacco con un drone su una base in Giordania. 

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