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Raffaele Fitto, l'emendamento all'ultimo respiro: come fa impazzire (ancora) la sinistra

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In Italia si parla tanto - soprattutto a sinistra - di case popolari. Ma Pd e compagni non fanno investimenti in quel settore da decenni. Per fortuna, con un emendamento inserito all'ultimo minuto che rappresenta l'eredità del lavoro sul Pnrr dell'ex ministro e attuale vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto, sta cambiando qualcosa. Si tratta dell'articolo 79-bis: "Disposizioni in materia di efficientamento dell'edilizia residenziale pubblica".

Nell'emendamento, come riporta il Foglio, vengono stanziati circa 1,4 miliardi per riqualificare gli alloggi sociali e pubblici e delle famiglie a basso reddito, con un miglioramento dell’efficienza energetica di almeno il 30 per cento. Nell’attuazione saranno coinvolti il Gestore dei servizi energetici (Gse) con il compito di effettuare i controlli per verificare i requisiti tecnici dei progetti; Cassa depositi e prestiti (Cdp) che attraverso le banche convenzionate dovrà valutare il merito creditizio; e Sace che offrirà garanzie finanziarie.

 

 

La tipologia dovrebbe essere la stessa usata per il Superbonus, ma la logica è diametralmente opposta. Lo schema prevede un finanziamento pubblico a fondo perduto di circa il 65 per cento, mentre per il restante 35 per cento di soldi privati verranno coinvolte le Esco (le società che finanziano gli interventi di efficientamento energetico): il risparmio energetico verrà incamerato in parte dagli inquilini e in parte andrà a ripagare l’investimento delle Esco (che dovrebbero avere anche la garanzia di Sace). Per l’affidamento dei lavori, naturalmente, ci saranno delle gare pubbliche per contenere i costi dei singoli interventi.

Come detto, si tratta di un netto cambio di passo rispetto al Superbonus. Il motivo? I beneficiari sono i nuclei familiari più poveri e non i proprietari indistinti, anche di seconde case. Anche il target energetico è ben individuato, visto che circa il 60 per cento delle case popolari è stato costruito prima del 1978, e quindi con una bassa classe energetica (F-G). Ma è anche una misura sociale, perché migliora la qualità delle abitazioni dei nuclei più poveri, oltre che il loro reddito disponibile. 

 

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