Il Pd messo a tappeto da questo qua
Caro Tony Effe, anche impegnandomi a fondo, non credo di poter mai diventare nemmeno in futuro un suo ascoltatore ideale: sono sfortunatamente fermo al “Clavicembalo ben temperato” di un suo – diciamo – vecchio collega che si chiamava Giovanni Sebastiano Bach. Altro genere, mettiamola così.
Ma lei mi è istintivamente simpatico da morire: occhio sveglio, faccia paracula (è un complimento), capacità evidente di orientare i media e di portarli a occuparsi di lei. Bravo, anzi bravissimo!
Le indirizzo queste righe pubbliche per incoraggiarla, e per farle sapere che quello che ancora l’altro ieri le appariva come uno spiacevole intoppo (la cancellazione della sua presenza al concerto di Capodanno a Roma al Circo Massimo) già ieri si è rivelato – come si dice a Cambridge – una botta di culo.
Si fidi: l’esperienza insegna che quelli del Pd sono in grado di fare danno solo a se stessi. In altri termini, la loro specialità è l’autogol, la rovesciata nella propria porta, il colpo di testa nell’angolino alto dove il loro portiere non può arrivare. Morale: apparentemente, il patetico balletto del sindaco Gualtieri (che prima la invita e poi la disinvita, prima la chiama e soltanto poi legge i suoi testi) poteva danneggiarla professionalmente. Ma è stato solo un attimo, perché lei ne sta uscendo come un gigante, come dimostra il suo colpo di genio destinato a lasciare i piddini letteralmente in mutande: mi riferisco all’idea di fare il concerto di Capodanno per conto suo, sempre a Roma ma da un’altra parte, al Palazzo dello Sport. Un colpo da ko, complimenti di tutto cuore. Lei e il suo pubblico da una parte, Gualtieri e la sua chitarrina solitaria dall’altra.
Lei che canta, e lui che resta suonato. Aggiunga altre tre cose superpositive per lei. Primo: grazie all’involontario ufficio stampa Gualtieri-Pd, ora la conoscono molti più italiani di prima. Secondo: sempre grazie alla demenza politica dem, lei si ritrova sulla testa l’aureola del censurato, che in Italia fa sempre la sua porca figura. Terzo: già al Festival di Sanremo, tra qualche settimana, lei potrà prendersi una rivincita clamorosa, puntando non solo a piacere alle ragazzine ma a giocare per centrare il bersaglio grosso, cioè la vittoria finale.
Per questo, da quarantott’ore non le nascondo di fare un gran tifo per lei. Ci sono solo un paio di cose che potrebbero farmi cambiare idea, e la prego di non darmi questa delusione. Ritirerei questa ipotetica iscrizione al suo fans club se lei si mettesse improvvisamente a fare la vittima, a frignare, a piagnucolare: al contrario, lei resti spavaldo e li prenda in giro come meritano. Quelli del Pd devono diventare motivo di costante ironia per lei. La prossima volta che sale su un palco, magari già la sera del 31, dedichi i suoi versi più coatti a Gualtieri, oppure – a piacere – direttamente a Elly Schlein. Otterrà un boato di approvazione del pubblico, lei si divertirà un sacco, e il trascinamento mediatico sarà garantito.
Non solo, le chiedo anche un’altra cosa: dopo questo incidente da lei non voluto, non si azzardi in futuro a presentarsi in chiave “buonista”. Non ci faccia lo scherzo – già a Sanremo – di scrivere le rime con “cuore” e “amore”, o di reinventarsi in versione “bravo ragazzo”. Sarebbe un tradimento. A questo punto, invece, le conviene insistere, anche “incattivendo” un po’ il suo repertorio. Le maestrine e i maestrini del Pd devono impazzire ogni volta che la sentono: lei ha il compito di trasformarli in beghine woke, in verginelli e verginelle del politicamente corretto, con le guance rosse, la faccetta indignata e la boccuccia a culo di gallina ogni volta che lei pubblica una nuova canzone. Faccia così e ci divertiremo da morire.Grazie in anticipo.
Ps. Come sempre, il caso più patetico è quello di Elly Schlein. Qualche mese fa, se non mi sbaglio sul carro del Pride, la segretaria dem ballava sulle note di “Sesso e samba”, un successo firmato Tony Effe. Ma stavolta, dopo l’autogol di Gualtieri, non è riuscita a fare alcunché per evitare la figuraccia. Però continua a sorridere. Assolta per non aver compreso il fatto.