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Matteo Salvini a poche ore dalla sentenza Open Arms: "Sarebbe una figuraccia per l'Italia"

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"Erano liberi di andare ovunque. Anzi, non era solo un loro diritto, ma il loro dovere, potevano andare in Libia, Tunisia, Malta, Francia, oppure in Spagna, da dove proviene la Ong. Potevano andare ovunque. Ma hanno rifiutato, perché la loro era una azione politica. La cosa incredibile è che la causa non è contro Open Arms, ma contro di me".

A dirlo è il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista al quotidiano olandese De Telegraaf, in vista della sentenza sul caso Open Arms, che potrebbe arrivare domani. "Mi aspetto l’assoluzione, ma nel frattempo ci sono stati tre anni di udienze, decine di viaggi a Palermo, tanti giorni persi nella lettura di testimonianze e atti giudiziari", dice l’ex ministro dell’Interno, ottimista sul verdetto dei giudici di Palermo".

Anche attori come Richard Gere sono venuti a bordo. Quindi erano molto ben protetti e non è successo niente a nessuno", continua il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a proposito delle condizioni dei migranti che erano a bordo della nave della Ong spagnola ad agosto del 2019, epoca cui risalgono i fatti contestati. Commentando la richiesta di condanna a sei anni, formulata dai Pm, Salvini aggiunge: "Quei sei anni non mi danno fastidio, non mi preoccupano, ma mi sconcertano". "Per l’Italia sarebbe una figuraccia. Costituirebbe un pericoloso precedente - osserva il vicepremier parlando di un’ipotetica condanna - i ministri di tutta Europa potrebbero chiedersi se potranno fermare i migranti. Credo che questo sia il primo processo politico in Occidente su una questione politica che, tra l’altro, all’epoca era sostenuta dall’intero governo". "Inoltre quello che ho fatto era in linea con il programma elettorale della Lega che gli italiani avevano votato. Una condanna costituirebbe quindi un sovvertimento delle regole democratiche", conclude Salvini. 

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