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Meloni zittisce il senatore grillino: "Banche? Non venitemelo a spiegare, qual è la differenza tra noi e voi"

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Risponde per le rime ai grillini, Giorgia Meloni. E dopo il Pd spianato con una battuta ("La vera impresa di Elon Musk non è la luna, ma averli resi sovranisti") in aula al Senato tocca ai senatori del Movimento 5 Stelle.

"Lei mi invita a dimettermi perché i colleghi del M5s evidentemente hanno rinunciato a batterci nelle urne e ora sperano solo nelle dimissioni", replica il presidente del Consiglio alle accuse di un onorevole grillino durante la discussione a Palazzo Madama alla vigilia del Consiglio Ue. "Ma io non mi posso dimettere -dice- perché lei non mi ha spiegato le mie parole e non me le ha spiegate banalmente perché non le ha capite, la qual cosa non mi stupisce".

"Allora - prosegue la premier -, io ho fatto una valutazione molto più complessa di quella che lei citava in quest'aula ed è una valutazione che non ho fatto solamente io, è una valutazione che viene fatta da diversi osservatori che capiscono di politica internazionale più di me ma anche più di lei".

E ancora: "In matematica sono sempre stata scarsissima e non prendo la calcolatrice, ma voglio dare due numeri di quest'anno: 30 e 38. 30 miliardi è l'ammontare della nostra legge di bilancio di quest'anno. 38 miliardi di euro sono i soldi che costerà il Superbonus per il solo 2025. Quindi non ci venite a spiegare dove potremmo mettere i soldi che voi avete bruciato", replica al partito guidato da Giuseppe Conte.

"Siamo stati accusati tra le varie cose di essere dei servi di varie lobby, tra cui quella delle banche...", aggiunge Meloni, rivolgendosi all'opposizione, e in particolare al Movimento, assumendo "un aplomb istituzionale" che ha provocato la reazione dei parlamentari pentastellati, e il conseguente intervento del presidente del Senato, Ignazio La Russa, per riportare l'ordine.

"Con un aplomb istituzionale voglio spiegare questa cosa: c'è una differenza fondamentale tra chi ha chiesto un contributo alle banche e alle assicurazioni da 3,6 miliardi di euro per coprire il taglio del cuneo fiscale e per provvedimenti nei confronti delle famiglie e dei lavoratori e quello che ha fatto il M5s al governo, quando ha messo a disposizione delle banche 400 miliardi senza impedire che le banche rinegoziassero prestiti che già avevano concesso. Questo mi pare che sia fare regali alle banche. Sono contenta di guidare un governo che su questo ha corretto la rotta", conclude la premier. 

 

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