Meloni al Senato spiana il Pd: "Dove vi siete spinti su Fitto e qual è la vera impresa di Musk"
Dopo aver riferito alla Camera, Giorgia Meloni approda al Senato per le comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo. I toni sembrano meno accesi rispetto al confronto, assai aspro, con le opposizioni a Montecitorio, ma non mancano nuove occasioni di attrito. Soprattutto con il Pd.
"Una delle imprese di Elon Musk è aver reso gli esponenti del Pd sovranisti. Un impresa migliore di essere andati nello spazio", è la battuta della premier destinata a fare il giro dei social. Ma non l'unica. Il presidente del Consiglio è serissimo quando ricorda le dinamiche che hanno portato Raffaele Fitto, ministro di Fratelli d'Italia, alla nomina di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. Una nomina che il Pd ha cercato di sabotare fino all'ultimo, tra Strasburgo e Bruxelles.
"La Lega ha sostenuto Raffaele Fitto, pur non appoggiando la Commissione", ha detto la premier. "Il Partito democratico ha accettato che fosse preso ostaggio per difendere il commissario spagnolo (Teresa Ribera)?", ha chiesto quindi Meloni rivolgendosi ai senatori del Pd. "Gli italiani sappiano che il commissario italiano e vicepresidente della Commissione è stato preso in ostaggio per far eleggere il commissario spagnolo: è un fatto grave", ha concluso Meloni. "Abbiamo il Pd che vota la Commissione, ma il Partito socialista dà mandato di scrivere una lettera a Ursula Von der Leyen nella quale si dice che Fitto non deve avere la vicepresidenza. Capite che c'è una differenza molto importante", è la replica a Matteo Renzi, leader di Italia Viva che ha sollevato in aula la questione.
Ma a Palazzo Madama si è discusso di tutta l'agenda europea. "Nessuno nega che vi sia un tema legato all'emergenza climatica, né si mettono in dubbio gli obiettivi che si è prefissata l'Unione europea - prosegue Meloni -. Quello che continuiamo a contestare è la strategia con la quale l'Ue ha ritenuto di dover conseguire questi obiettivi. Una strategia dettata dall'ideologia".
Sull'immigrazione "continuo a ritenere che non è un caso se sul nostro modello c'è molta opposizione. Tra tutte le iniziative è quella che preoccupa i trafficanti di esseri umani" a cui "interessa solo fare soldi". La costruzione di centri per i migranti in Albania "è un modo molto efficace di combattere la mafia del mare".
E ancora, rivolgendosi sempre ai banchi della sinistra: "La lente con cui l'opposizione legge i fenomeni è sempre quella dell'amico-nemico. Ringrazio il presidente della Repubblica per aver detto la stessa cosa, in politica estera non funziona così: non ci sono gli iscritti al partito democratico di tutto il mondo che sono i buoni e che vanno avvicinati e tutti gli altri con diverse culture politiche che sono i cattivi che vanno allontanati. Se ragiona così l'Europa è già morta e io non la voglio uccidere", risponde a chi la accusa di essere troppo vicina al presidente argentino Javier Milei. Ma non solo lui: "Viktor Orban ha sicuramente posizioni diverse dalle mie sull'Ucraina, ma alla prova dei fatti le decisioni l'Unione europea le ha prese, anche con il sostegno formale e non formale dell'Ungheria". E ha concluso bocciando l'ipotesi di chi dice 'cacciamo Orban dall'Europa' perché, ha aggiunto, "non mi sembra un'opzione intelligente".
Senato della Repubblica: il mio intervento di replica. Seguitemi in diretta. https://t.co/DJOFIhetL8
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 18, 2024